Enzo Favata – The night of the storytellers

Enzo Favata - The night of the storytellers

Isola dei Suoni – IS002 – 2009




Enzo Favata: sax soprano, sax tenore

Marcello Peghin: chitarra a 10 corde, viola caipira

Yuri Goloubev: contrabbasso






Sardegna, Africa, Brasile. Un viaggio percorso la musica e le immagini, nelle storie raccontate dal trio composto da Enzo Favata, Marcello Peghin e Yuri Goloubev.


Le atmosfere notturne, calde e intime del racconto, l’intenzione di porre l’accento sulla narrazione sin dal titolo del lavoro e, immediatamente dopo, dalle atmosfere dei brani composti dai tre musicisti e scelti da Favata: in The night of the storytellers si intersecano in maniera naturale elementi antichi e moderni, necessità costanti dell’animo umano, riflessi delle diverse tradizioni. La scelta della formazione, dagli strumenti ai musicisti pone ed amplifica ulteriori spunti di riflessione musicale: il sax soprano e la sua vicinanza alla voce umana; il suono corposo e profondo del contrabbasso di Yuri Goloubev, dove convergono esperienze classiche, il mondo sonoro dell’Europa orientale e l’attitudine del jazzista; le aperture e la spazialità delle armonie prodotte dalle chitarre di Peghin.


La dimensione estremamente acustica del suono – sottolineata dai rumori prodotti dalle dita dei musicisti sugli strumenti e da una registrazione calda – aggiunge, se si vuole, materialità al suono e colma la distanza tra disco e ascoltatore con partecipazione dei tre musicisti.


The night of the storytellers rimanda al dialogo sempre aperto tra tradizioni, evoluzioni, personalità: in una, la sintesi – del contrasto o del connubio, a seconda dei punti di vista – tra ispirazioni differenti e riflessioni personali, tra riferimenti forti e elementi di convergenza tra storie musicali differenti.


Le dieci tracce attraversano territori musicali distanti tra loro per bagnarsi e portare nella musica del trio una ricetta arricchita da tutti questi contatti. Si possono ritrovare il Brasile, nel suo versante più rarefatto e lunare, l’Europa del Nord, la Sardegna e certi accenti del Metheny “rurale” e tantissimi altri ancora: basi di partenza per l’esplorazione di Favata, Peghin e Goloubev, materiale dal quale far scaturire i temi, senza diventare una zavorra o un legaccio. La formazione “leggera”, senza ritmica e dai suoni morbidi, applica questo feeling alla musica: ne consegue un disco dalla narrazione scorrevole e fluida.