Slideshow. Alice Ricciardi

Foto: Giovanni Serrazanetti










Slideshow. Alice Ricciardi.


Jazz Convention: Mi racconti il primo ricordo che hai della musica?


Alice Ricciardi: Uno dei miei primi ricordi è legato alla “Patetica” di Tchaikovsky. Mio padre è un musicista, oboista e tenore lirico e ricordo che tutte le volte che suonava quel disco, io iniziavo a correre per casa con grande eccitazione, come volessi sfogare quel senso di felicità e sopraffazione che un’opera monumentale come quella può scatenare anche in una bambina.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare una cantante jazz?


AR: Ho iniziato ad ascoltare jazz nel ’98; lo ricordo esattamente perché è legato ad un momento personale importante. Ascolto dopo ascolto, mi sono trovata felicemente compromessa da questa musica. E’ iniziata quindi la ricerca ossessiva di dischi e libri; a quel punto ne ero totalmente innamorata. Disco dopo disco, ho scoperto un mondo straordinario al quale non si può non voler, in qualche modo, appartenere.



JC: Chi sono i tuoi maestri nel jazz? E tra le cantanti?


AR: Provo ad essere ricettiva il più possibile; qualsiasi cosa può essere grande fonte d’ispirazione. Cerco di trarre insegnamenti dalla musica classica, dalla contemporanea, da quella brasiliana, dal rock e folk, dalla musica elettronica, dai grandi maestri della storia del jazz e dai musicisti con cui ho il piacere di suonare. Fra i miti del jazz cito: Ahmad Jamal, John Coltrane, Wayne Shorter, Miles Davis, Herbie Hancock, Louis Armstrong, Dave Brubeck, Dexter Gordon, Thelonious Monk. Fra i cantanti: Billie Holiday, Carmen McRae, Shirley Horn, Ella Fitzgerald, Jon Hendricks, Chet Baker, Betty Carter e le contemporanee Rachel Gould, Nancy King e Roberta Gambarini, con la quale ho avuto la fortuna di studiare un anno, proprio nel ’98.



JC: Quali sono stati per te i momenti più belli della tua carriera di musicista?


AR: Nonostante il mio percorso musicale sia ancora all’inizio, i momenti belli sono stati parecchi: il primo è stato quando ho vinto il secondo premio al “Montreux Internatonal Voice Competion” nel 2005; lì ho sentito per la prima volta che quello che stavo facendo iniziava a prendere forma. Due anni dopo, sono stata chiamata da Fabrizio Bosso, che ancora non conoscevo personalmente, per cantare alla presentazione del suo disco inciso per la Blue Note, You’ve changed. Incontrare Fabrizio è stato fantastico, lo considero uno dei miei mentori. Un altro momento indimenticabile è stato quando ho saputo che avrei inciso il mio primo disco con Patrizio Romano, per l’etichetta Blue Note. Di recente ho avuto l’onore di essere stata scelta dal pianista danese Niels Lan Doky per cantare con il mio quartetto al Jazzhus Montmartre, lo storico locale di Copenhagen, che riapre dopo 40 anni. In generale, conoscere grandi musicisti e suonare con loro, viaggare e portare la propria musica anche all’estero, sono sempre bei momenti.



JC: Tra i brani che hai registrato, quale ami di più?


AR: Li amo un po’ tutti per motivi diversi, anche se sono particolarmente affezionata a “Give me the simple life”, “Comes Love” e “Here lies love”, registrate nel 2006 in un pomeriggio di Giugno a New York, quando ancora non potevo immaginare che avrebbero fatto parte del disco. Fra quelli registrati successivamente a Milano, “Summer song” di Dave Brubeck e “Le tue mani”.



JC: Come definiresti il jazz?


AR: Il jazz è musica d’avanguardia, fin dalla sua nascita.



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che tu associ liberamente alla musica jazz?


AR: Ascolto, fantasia, intuizione, gioco, insieme, suono, attimo, storia, vita, sorpresa.



JC: Come vedi, in generale, il presente della musica jazz in Italia e nel mondo?


AR: Ci sono musicisti jazz italiani che mi piacciono molto, e che considero personali e innovativi… forse rispetto alla scena newyorkese però, qui in Italia si percepisce meno la propria appartenenza alla comunità jazzistica e il desiderio di presentare progetti che incarnino una ricerca musicale autentica.



JC: Cosa stai facendo in questo momento a livello musicale?


AR: Sto preparandomi per i concerti che terrò a fine Maggio al Jazzhus Montmartre in quartetto con Pietro Lussu al piano, Jesper Lundgaard al contrabbasso e Niclas Bardeleben alla batteria; poi ci sono i concerti con il mio quartetto stabile e le varie collaborazioni fra cui quella con Nicola Conte.



JC: Quali sono i tuoi progetti musicali per il futuro?


AR: Mi sto dedicando alla preparazione del secondo disco che uscirà per la nuova etichetta di Patrizio Romano, la My favorite records. Mi sono circondata dei miei musicisti preferiti, nonché migliori amici, che saranno esecutori e autori al tempo stesso. Mi concentrerò sui testi e sugli arrangiamenti insieme a Pietro Lussu. Sarà quindi un disco per lo più di composizioni originali di alcuni fra i più interessanti musicisti dell’ attuale scena italiana ed internazionale. Da buona figlia unica, ho bisogno di creare una famiglia musicale, che si nutre di scambio e confronto.