Caligola Records – Caligola 2116 – 2009
Marcello Benetti: batteria, glockenspiel
Enrico Sartori: clarinetto, clarinetto alto, sax alto
Pasquale Mirra: vibrafono
Silvia Bolognesi: contrabbasso
Simone Padovani: percussioni
Batteria, percussioni, vibrafono, clarinetto e contrabbasso: questo il quintetto allestito da Marcello Benetti per Supuesto Blue. I toni brillanti del vibrafono si intrecciano con le evoluzioni dei clarinetti e lo spettro ampio delle percussioni, in una mistura particolare di suggestioni.
Questo per quanto riguarda i suoni. La scelta ritmica alterna groove, spesso dagli accenti latin, ballate riflessive e qualche spunto aperto all’accostamento dei suoni dei vari strumenti.
La convergenza di elementi è la cifra di Supuesto Blue: si passa dalle atmosfere caraibiche all’evocativa ed ipnotica La pluie, alle rielaborazioni del blues e della tradizione del jazz in maniera sghemba, senza il binario precostituito da canoni espressivi. In pratica, il quintetto risolve in una visione fantasiosa e caleidoscopica le possibilità proposte dalla strumentazione: non cerca di individuare e seguire un’unica strada stilistica ma mette a frutto la ricchezza sonora causata dalla combinazione degli strumenti.
E, soprattutto, Supuesto Blue si sviluppa in maniera rilassata, giocosa quasi in alcuni passaggi: il lavoro resta sempre coinvolgente e anche quando i cinque muovono verso la ricerca sonora frasi, suoni, temi si combinano in modo efficace e senza perdere mai di vista la struttura generale del brano. In questo senso vanno le parti affidate agli unisono e i dialoghi serrati tra i vari strumenti a dare compattezza alle esecuzioni e a ribadire di continuo la presenza forte della linea del brano.
L’apertura swingante sulla quale si sviluppa l’assolo di vibrafono in Supuesto Blue, il brqano che da il titolo al lavoro, diventa l’esempio delle intenzioni musicali del quintetto: scrittura e tradizione, divertimento, rigore e intreccio di sonorità sono gli ingredienti di un percorso alla ricerca di buone vibrazioni ed espressività personale, all’interno del quale trovano posto sia il momento totalmente libero, come nel seguente Fired, sia la ripresa e l’utilizzo degli strumenti propri del linguaggio della tradizione.