Andrea Ruggeri: batteria, composizione
Elsa Martin: voce
Mirko Onofrio: flauti, sax tenore, voce
Gabriele Mitelli: pocket trumpet, tromba preparata, flicorno
Francesco Ganassin: clarinetti, sax alto
Christian Thoma: oboe, corno inglese, clarinetto basso
Francesco Saiu: chitarra classica e chitarra elettrica
Elia Casu: chitarra elettrica, live electronics
Pasquale Mirra: vibrafono
Oscar Del Barba: pianoforte, fisarmonica
Daniele Richiedei: violino, viola
Annamaria Moro: violoncello
Giulio Corini: contrabbasso
Da Vinci Jazz – 2023
Andrea Ruggeri è un musicista sardo noto per le sue collaborazioni con personaggi di un certo peso artistico come Elena Ledda, Mauro Palmas, Simone Guiducci, fra gli altri. “Le musiche invisibili” risulta essere, però, il primo disco registrato dal batterista del Campidano a suo nome. Per incidere questo concept album, ispirato da “Le città invisibili” di Italo Calvino, Ruggeri ha radunato un’orchestra di tredici elementi, formata da competenti e curiosi strumentisti e improvvisatori, adatti ad interpretare il tipo di scrittura e di pianificazione sonora voluta dal bandleader. Il cd è strutturato su sette brani, denominati come le città reate dalla fantasia dell’autore ligure, ma non c’è una vera cesura fra un pezzo e il successivo. Si procede, infatti, senza soluzione di continuità.
La musica dell’opera contiene echi classici, aromi folk, ritmi rock, virati sul progressive e una decisa impronta jazzistica, moderna ed evolutiva. Quello che persegue e riesce a conseguire con la band, Ruggeri, è un timbro definito e personale, ottenuto dall’amalgama e dal contrasto fra voce, archi, tastiere e strumenti a fiato, il tutto corredato da live electronics. Nella suite, inoltre, si alternano frammenti in solo, sequenze assegnate a pochi strumenti, contrappunti concordanti e unisoni corposi eseguiti da tutto l’ensemble. A momenti ben organizzati, in maggioranza, poi, si avvicendano parentesi libere, dove si ipotizza sia stata utilizzata la conduction. Gli assoli, ancora, si sviluppano dopo l’enunciazione ed il dispiegarsi dei temi, fino ad allestire così una proposta su strati sovrapposti, assolutamente funzionale allo scopo.
La batteria del leader marca il tempo, trascinandosi dietro il gruppo o funge da elemento di disturbo ritmico, in modo assai suggestivo. Corini, invece, si produce spesso in un basso ostinato, che suggerisce una ripetitività atmosferica, in alcune fasi, di stampo minimalista. Fra i componenti dell’ensemble, tutti all’altezza della situazione, è giusto sottolineare il decisivo apporto di Elsa Martin, capace di esprimere una vocalità senza parole molto caratterizzante, oltre ad esibire un canto spezzettato, stile avant-garde, e a interpretare i versi dedicati alle città invisibili in maniera pregnante.
“Musiche invisibili”, per finire, è un album sorretto da un’idea forte, costruito su composizioni dotate di una fisionomia precisa e arricchito dall’immaginazione, stimolata dal contesto, degli improvvisatori della formazione. Davvero un debutto significativo per Andrea Ruggeri e il suo ensemble!
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