Cam Jazz – PRM 7818-2 – 2009
Franck Tortiller: vibrafono
Patrice Heral : batteria, percussioni, voce, elettronica
Vincent Limouzin: vibrafono, marimba, elettronica
Yves Torchinsky: basso
Jean Godinet: tromba, flicorno
Herbert Joos: tromba, flicorno
Eric Seva: sax soprano, sax tenore, sax baritono
Bruno Wilhem: sax alto, sax tenore
Jean Louis Pommier: trombone
Michel Marre: tuba, flicorno
Eric Bijon: fisarmonica
L’orchestra, il sentimento e il tempo della danza: il titolo racchiude in maniera esplicita ed efficace le tematiche del nuovo lavoro di Frank Tortiller. L’Orchestre Sentimental è un disco coinvolgente: il vibrafonista gioca con leggerezza le diverse carte e accoglie gli ascoltatori in una sorta di fiera musicale nella quale i vari strumenti diventano di volta in volta protagonisti.
Innanzitutto i suoni: la scelta di un organico particolare, incentrato sulle soluzioni armoniche offerte da vibrafono e fisarmonica, sull’incontro di fiati e percussioni, conferisce una rotondità che ben si combina con le composizioni e le danze scritte da Tortiller. L’impasto dei suoni colpisce subito, sin dalle prime note, per la sua qualità, per la morbida consistenza dell’architettura. La conduzione di Tortiller si rivela sempre capace di sfruttare nel migliore dei modi la natura di una formazione ampia e variegata ed è sempre attento a innervare i brani con interventi dei fiati in sezione, vigorosi o delicati a seconda delle necessità, sempre calibrati ed equilibrati.
Il discorso sulla composizione dei brani è immediatamente legato al discorso dei suoni e della costruzione della formazione. I temi proposti da Tortiller abbracciano con assoluta naturalezza un percorso che si sviluppa dalle danze popolari, dalle canzoni del primo novecento per arrivare a situazioni moderne, attuali. In questo spettro ampio è compreso anche il jazz, in una visione europea e alimentata da influenze e riflessi di larghissima provenienza. Il jazz più che come canone del mainstream, viene inteso come maniera di rapportarsi alla musica, di utilizzare l’improvvisazione. Composizione e arrangiamento procedono di pari passo nel lavoro: anche nei momenti in cui la musica viene condotta in maniera più tradizionale o durante le improvvisazioni, l’utilizzo sempre diversificato delle sezioni fiati inserisce accenti e rivela soluzioni spesso inattese, sempre consequenziali.
Le metriche della danza, ma anche le melodie, chiare e ben pronunciate. Tortiller si muove intorno al valzer, alle metriche proprie del ballo, per quanto riguarda le ritmiche. A questo si aggiunge, il disegno del canto sempre preciso, affermativo, per così dire, che si staglia come nelle canzoni popolari, scritte per far ballare le coppie nelle feste di paese e nei cortili. L’intenzione del vibrafonista porta a un andirivieni costante tra tradizione e modernità: le radici popolari sono un ingrediente importante del gioco sonoro e compositivo, le esperienze maturate, gli ascolti e le influenze danno un tono estremamente attuale alla musica de L’Orchestre Sentimental 3/4.
L’orchestra è sentimentale, come recita il titolo. Il che si traduce in prima battuta con una forte presenza di ciascuno dei musicisti, ma anche con la voglia sempre evidente di dare risalto alla scrittura, ai momenti scenici, agli impasti sonori. Anche in questo caso, Tortiller utilizza l’orchestra come soggetto e obiettivo: il compositore utilizza i suoi musicisti scrivendo e disponendo i loro interventi ma anche fomentandone le intuizioni e gli slanci e utilizzando la forte coesione della formazione. Gli undici musicisti diventano così tutti protagonisti di un lavoro dalla concezione corale e del disegno di Tortiller sempre abile nel dare voce e spazio in modo attento a ciascuna delle individualità.