Joy Grifoni: contrabbasso, voce
Seamus Blake: sax tenore in Teranga, Uhuru, Talal
Lorenzo Bisogno: sax tenore, sax soprano
Manuel Magrini: pianoforte in Kuumba, Ubuntu, Hanyauku, Lullaby for a Child Bride, Uwa Duniya
Davide Bussoleni: batteria
Mattia Manzoni: pianoforte in Teranga, Uhuru, Talal
Marco Bianchi: vibrafono, marimba
Francesco Baiguera: chitarra
Pape Siriman Kanoute: kora, voce
Bifalo Kabinet Kouyate: djembe, kalabassa, percussioni
Abeat Records – ABJZ264 – 2023
“Earthings” è il terzo capitolo del progetto Pure Joy della contrabbassista Joy Grifoni, dopo “Spirit of the Wood” del 2018 e “Firedance” del 2020, tutti pubblicati per Abeat Records. Il disco pone l’accento su alcuni concetti presenti nella spiritualità e nella filosofia africana: lo rivelano i titoli dei brani e lo rivelano anche le suggestioni etniche che attraversano le atmosfere portate da Grifoni nel lavoro. Uhuru, Ubuntu, Talal e Kuumba sono parole che sempre più spesso ritroviamo nei ragionamenti legati alle evoluzioni del mondo, parole che mettono al centro del discorso concetti più umani e naturali e che offrono un punto di vista altro rispetto alle situazioni non sempre lineari o positive del momento attuale e ad eventi straordinari come quelli vissuti negli ultimi anni. La necessità di un punto di vista differente dove far convivere e respirare insieme esigenze diverse, come afferma la stessa contrabbassista nelle note di copertina, è il punto di partenza delle riflessioni musicali e umane che hanno portato alla concezione del disco. Un lavoro che sin dal suo titolo complessivo, una parola che ne contiene altre tre di vitale importanza come “ear”, “things” e “earth” (rispettivamente orecchio, cose e terra in inglese), vuole proprio giocare sulla possibilità di leggere la realtà attraverso la stratificazione di più prospettive e significati.
Dal punto di vista musicale, Joy Grifoni utilizza un metodo per molti versi analogo. Le sue composizioni cercano di una sintesi di stili e atteggiamenti diversi, una sintesi scorrevole che nasce da una visione convinta e aperta, una visione che richiama appunto il senso collettivo e partecipato dell’Ubuntu e sfrutta la somma dei contributi proposti dalla compagine varia ed articolata che si misura con i vari brani. Sulla base di una visione modern mainstream, la formazione accoglie sonorità e declinazioni musicali africane, soluzioni modali, richiami alle tradizioni del jazz in un’architettura “leggera” e utile per far convivere senza pressioni o forzature le esperienze e i percorsi dei musicisti coinvolti e per sfruttare il contributo portato da ciascuno di loro.
In “Earthings”, quindi, le parole e il canto, le tante declinazioni possibili dei linguaggi musicali, le occasioni espressive presenti nell’improvvisazione e l’interazione tra i musicisti diventano i mezzi per raccontare e testimoniare le connessioni che uniscono in maniera inevitabile tutto quanto accade sul nostro pianeta, “elemento di vita, di forza e di speranza” per riprendere le parole di Joy Grifoni nelle note di copertina. Un percorso tracciato attraverso collaborazioni più stabili – come ad esempio quelle con Davide Bussoleni, Mattia Manzoni e Francesco Baiguera, già presenti nei precedenti dischi – e la partecipazione di ospiti prestigiosi che hanno affiancato la formazione guidata dalla contrabbassista come Seamus Blake in questo lavoro, come Emanuele Cisi, Giovanni Amato e Guido Bombardieri in “Firedance” e, infine, come Fausto Beccalossi e Stefano D’Anna in “Spirit of the Wood” per costruire un tessuto timbrico di volta in volta modulato sulle esigenze dei brani originali proposti da Joy Grifoni.
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