Roberto Zechini Limanaquequa – Bruto

Roberto Zechini Limanaquequa - Bruto

Wide Sound – WD176 – 2009

Roberto Zechini: chitarra, oud

Simone La Maida: sax alto, sax soprano

Samuele Garofoli: tromba

Emanuele Evangelista: piano elettrico, tastiere

Gabriele Pesaresi: contrabbasso

Alessandro Paternesi: batteria




Limanaquequa è la formazione che, nel corso degli anni, ha accompagnato il percorso musicale di Roberto Zechini: una sorta di alter ego attraverso il quale esprimere il proprio mondo musicale e le sue successive trasformazioni. Bruto, a sua volta, è una ulteriore personificazione, in quanto è un mutante, creato dalla fantasia di Osvaldo Licini, pittore e poeta.


Questa introduzione serve per sottolineare come Zechini, in Bruto, abbia fatto evolvere il suono e le dinamiche della sua musica. Se, infatti, le precedenti pubblicazioni apparse sotto la denominazione di Limanaquequa erano rivolte principalmente verso sonorità popolari, sia guardando alla tradizione popolare italiana che alle sue contaminazioni mediterranee, Bruto lascia trasparire un suono più aggressivo, dagli accenti elettrici, sia per quanto riguarda il suono che per riguarda le sue atmosfere.


Bruto è un disco animato da tanti stimoli: è nervoso, energico in certi passaggi, delicato e narrativo in altri. Zechini risolve in modo efficace la compresenza dei vari spunti: lavora in modo preciso sulla composizione e realizza i brani sotto forma di suites o di composizione allargata, non ridotta, cioé, allo schema tema-improvvisazione. Lo stesso approccio si ritrova nella gestione generale del disco: Solo Per Molti, il primo brano di Bruto, è una vera è propria ouverture, richiama infatti frasi e suoni delle tracce seguenti. Il valore del disco viene anche dal suo sviluppo complessivo: per usare una terminologia mutuata dal rock progressivo, si potrebbe definire Bruto un concept-album. Zechini ha lavorato in modo efficace sulla gestione generale e l’estrema coerenza del materiale proposto rende ancor più evidente l’intento del chitarrista.


Anche in fase di arrangiamento, Zechini gioca con i ruoli da assegnare di volta in volta agli strumenti. Chitarra, tastiere, sassofoni e tromba vengono utilizzati per realizzare la tessitura armonica del disco, attraverso la sovrapposizione e l’incrocio delle linee dei vari strumenti. Il mutuo sostegno richiesto dalle composizioni contribuisce a rendere ancora più coeso il lavoro, a dare una voce unitaria alla formazione.


La matrice originaria di Limanaquequa – la sua anima mediterranea, per dirla in una parola – emerge maggiormente nella seconda parte del lavoro, colorata da suoni più acustici e da una scrittura dalle intenzioni più rilassate. In un certo senso questo fatto sottolinea un senso di continuità con i precedenti lavori e aggiunge altri possibili riflessi alla natura di Bruto. Il retaggio delle esperienze precedenti emerge soprattutto nella gestione degli aspetti ritmici e in alcune soluzioni armoniche. Bruto, in pratica, evolve senza rinnegare il suono, le ispirazioni e l’essenza di Limanaquequa e delle sue precedenti prove, Carla danza in un’altra Romagna e Pietraltrove. Ed è forse questa la maggior prova di maturità di Zechini: alle prese con l’intenzione e la necessità di esprimere una visione differente e, per alcuni aspetti, contrastante con quanto espresso nei lavori precedenti, si muove accogliendo le tante anime che hanno caratterizzato il suo cammino musicale.