Roberto Magris and The JM Horns – High Quote

Roberto Magris: pianoforte
Josh Williams: tromba
Jim Mair: sax contralto
Matt Otto: sax tenore, sax soprano
Aryana Nemati: sax baritono
Jason Goudeau: trombone
Elisa Pruett: contrabbasso
Brian Steever: batteria
Pablo Sanhueza: congas, percussioni
Monique Danielle: voce in Black Coffee

Jmood – 2023

Con High Quote Roberto Magris ha raggiunto quota ventidue. È il numero di dischi registrati e pubblicati a suo nome per la casa discografica di Kansas City “JMood”. Il pianista triestino ha alle spalle una lunga carriera da jazzista e vanta collaborazioni con importanti jazzisti americani. Per la JMood ricopre il ruolo di direttore artistico. Il suo pianismo colto e dalla voce originale, spazia nei diversi generi del jazz che vanno dallo swing al bop, al mainstream e alla musica improvvisata. In High Quote lui è sia compositore che arrangiatore ed anche pianista e leader di un nonetto di giovani e bravi musicisti. Il disco è stato registrato nel 2012 ma pubblicato dopo circa dieci anni. Magris fa suonare il nonetto come fosse una big band. Infatti nelle note di copertina cita proprio alcuni grandi conduttori come Benny Carter, Gerard Wilson e Oliver Nelson a cui si è ispirato. Il disco contiene otto brani di cui sei originali scritti da Magris e due standard. La musica ci riporta indietro nel tempo ma è suonata con un approccio moderno e disimpegnato. La qualità della musica che si ascolta in High Quote è di ottima fattura. È chiaramente un disco per chi ama un jazz carico di swing e groove, che ondeggia tra bop, hard bop e mainstream. Ci si rende subito conto ascoltando il brano iniziale High Quote, un pezzo dalle dinamiche veloci con i fiati che si rincorrono e scambiano battute. Molto bella è la versione del classico Black Coffee cantata da Monique Danielle. Notevole è anche la composizione di Magris Hong Kong Nightline/The Island of Nowhere, strutturata come una suite dove i musicisti si abbandonano anche a momenti di pura improvvisazione senzaperdere di vista il groove. Anche la ballad, scritta dal pianista, Steps in The Dark non è da meno con il suo sapore antico e bluesy. Prorompente è l’hard bop di The Endless Groove e la ricercata cover di The Changing Scene di Hank Mobley.

 

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