Steve Grossman & George Cables @ Culatello & Jazz 2010

Foto: Kasia Nowak









Steve Grossman & George Cables @ Culatello & Jazz 2010.

Culatello & Jazz 2010 – Castello di Roccabianca (PR). 10.9.2010


Steve Grossman: sax tenore

George Cables: pianoforte

Aldo Zunino: contrabbasso

Jason Brown: batteria

special guest:

Fabrizio Bosso: tromba

Piero Odorici: sax tenore

Nelle piane dell’Emilia godereccia c’è un posto in cui i piaceri della tavola vanno a braccetto con la musica. E’ Roccabianca, comune della Bassa parmense noto – oltre che per aver dato i natali a Giovannino Guareschi – anche per un prodotto che è ormai diventato un patrimonio non solo della cucina ma anche della cultura e della tradizione di questa terre avvolte dalla nebbia e adagiate sul grande fiume Po: il culatello di zibello.


A Roccabianca si sono accorti che proprio nel momento in cui – come accade da qualche anno a questa parte – si torna riscoprire il piacere di mangiar bene e sano, dello slow food, dei sapori di casa nostra, del turismo enogastronomico, è bello godere anche di altri piaceri che appagano non tanto lo stomaco ma lo spirito. E cosa c’è di meglio che ascoltare della buona musica degustando i piatti della tradizione? Questo è lo spirito che anima Culatello & Jazz, serata-evento organizzata per il secondo anno consecutivo da Spirito Verdiano e Associazione Culturale Rest-Art per promuovere le eccellenze eno-gastronomiche del territorio abbinandole a grandi eventi musicali.


Dopo i rovesci dei giorni scorsi, il tempo si è dimostrato finalmente clemente e ha regalato una serata dal clima mite e un cielo sgombro da nuvole: niente di meglio per ritrovarsi all’aperto nel cortile del Castello rinascimentale ad assaporare un delizioso menù di piatti della tradizione parmigiana a base di culatello, preparati con passione dallo chef Massimo Spigaroli e accompagnati da ottimi vini doc della zona. Ad allietare la serata un “piatto” da leccarsi i baffi: la reunion dopo quarant’anni tra George Cables e Steve Grossman. “Mr. Beautiful” – così come era solito chiamarlo Art Pepper – non ha affatto perso il suo smalto e ha esordito alla grande, accompagnato da Aldo Zunino al contrabbasso e dal giovane ma già “scafato” Jason Brown alla batteria, con una manciata di brani (tra cui uno dei suoi cavali di battaglia, Helen Song) che hanno subito lasciato intuire il corso della serata. Un hard bop sanguigno, di vecchia scuola, suonato come dio comanda ha subito scaldato l’atmosfera grazie alla magia scintillante delle dita di Cables e al supporto attento e concreto della ritmica. La temperatura si alzata ulteriormente quando Steve Grossman ha fatto il suo ingresso sul palco. I due non suonavano insieme da circa quarant’anni – da quando cioè l’allora giovanissimo sassofonista aveva preso a suonare con Cables e Lenny White nei Samaritans, prima di unirsi a Miles Davis ed entrare nella storia del jazz – ma il passare degli anni non ha intaccato minimamente il loro feeling: senza tanto bisogno di provare, i due “giganti” hanno trovato subito il passo giusto per dialogare sulle note dei classici standard e di quei brani che erano soliti suonare insieme ai bei tempi (come Jesus Lord Thinks On Me). Mentre il sassofonista americano (ma italiano d’adozione, visto che da tempo risiede a Bologna) si prendeva qualche minuto di pausa, Piero Odorici (grande amico di entrambi) e Fabrizio Bosso (ospite nella scorsa edizione di Culatello & Jazz) sono saliti sul palco unendosi al trio e regalando tra l’altro un’appassionata interpretazione di In A Sentimental Mood. Quando anche Grossman si è unito a loro e la potenza di fuoco dei fiati è diventata pressoché inarrestabile, il set ha virato forse un po’ troppo sulla jam session – pur se di livello stellare data la caratura degli artisti in ballo – con gli italiani a gareggiare in una contest al fulmicotone con gli americani (senza peraltro sfigurare). Timbri diversi ma uguale maestria nell’articolare il fraseggio, i due sassofoni si sono esaltati vicendevolmente fronteggiandosi in una situazione – quella di due tenori in contemporanea sulla scena – che Grossman conosce molto bene (grazie al suo Two Tenors Quintet con Valerio Portrandolfo). Non da meno, Bosso ha strabiliato con le sue rapidissime fughe solistiche, esercizio non solo di perizia ma anche di stile e creatività. Il tutto sotto lo sguardo vigile di Cables, generoso nel dispensare tanto assoli spettacolari per la gioia del pubblico quanto riflessioni più profonde nelle ballad.


E alla fine ce ne siamo tornati a casa con il palato (musicale e gustativo) pienamente soddisfatto. Arrivederci a Culatello & Jazz 2011!