Lorenzo Colella – Out South

Lorenzo Colella - Out South

Fitzcarraldo Records – FITZ202 – 2010




Lorenzo Colella: chitarra elettrica, chitarra acustica

Fabio Rizzo: chitarra slide, lap steel, dobro

Luca Lo Bianco: contrabbasso, basso elettrico

Flavio Li Vigni: batteria






Lorenzo Colella porta in Out South ispirazioni diverse e trova una sintesi molto particolare, forte per coerenza, delicata per l’equilibrio e sviluppata a pieno nel corso delle nove tracce del disco.


Il blues è sicuramente la matrice di partenza del lavoro per i suoni acustici e sinuosi della chitarra slide, ma anche per la composizione del quartetto e per alcune soluzioni sonore. Da questo elemento derivano, da una parte, il confronto con la musica americana e con il percorso alla ricerca delle radici mid-western di personaggi come Pat Metheny, Charlie Haden o Bill Frisell e, dall’altra un approccio al rock. L’evoluzione di questo aspetto porta a trovare riscontri in certe atmosfere tipiche dei Radiohead. E si ascoltano ancora il gusto europeo di formazioni come il trio di Esbjorn Svensson e la predisposizione per le soluzioni ritmiche del drum’n’bass.


Colella utilizza tutti gli ingredienti sopraelencati per concepire un linguaggio compatto: non c’è imitazione, piuttosto una assimilazione degli elementi per puntare verso una direzione personale, dove coesistono i vari elementi. Un obiettivo centrato grazie a uno stile sobrio, solitamente non aggressivo, pacato: l’equilibrio viene ottenuto dai quattro proprio per il fatto di non estremizzare le scelte negli assolo e nell’impasto sonoro e, di conseguenza, di non trovarsi in situazioni prive di via di uscita.


Il quartetto si muove spesso con attitudine corale, a tutto vantaggio dell’esito generale del lavoro: il contributo e le inclinazioni di ciascuno seguono la convergenza delle intenzioni con dinamiche e movimenti delicati. Se ne avvantaggia il concetto di canzone, esemplificato nella traccia chiamata, appunto, Song; viene valorizzato il concetto dell’unità espressiva del quartetto, ad esempio in Villa a Sesta, dove il contrabbasso diventa voce narrante e le chitarre compongono l’ambiente sonoro circostante. E quando, come in 12/10, la chitarra elettrica si misura con un assolo dai contorni più energici, la dimensione melodica, la coralità e l’approccio accogliente del quartetto danno slancio e punti di riferimento al solista.


Nove tracce per quaranta minuti complessivi: la brevità di Out South unita alla completezza del materiale proposta, all’interpretazione presente diventa un pregio alla fine, permette di riascoltare di nuovo e con piacere un lavoro che, per la compattezza sonora e la molteplicità delle ispirazioni, avrebbe potuto correre il rischio di essere prolungato in maniera sterile.