Salle Gaveau @ Casa del Jazz

Foto: da internet









Salle Gaveau @ Casa del Jazz

Roma, Casa del Jazz – 5.10.2010


Natsuki Kido: chitarra elettrica, chitarra classica

Naoki Kita: violino

Yoshiaki Sato: fisarmonica

Keisuke Torigoe: contrabbasso

Masaki Hayashi: pianoforte


Formazione atipica e direzione estremamente personale. Salle Gaveau è un ensemble giapponese la cui ispirazione primaria è il tango: questo viene riportato, in qualche maniera, dalla costituzione del gruppo, senza l’apporto della batteria e con gli strumenti a corda a dialogare con la fisarmonica. Il mondo sonoro del quintetto, però, si allarga immediatamente con l’intervento della chitarra elettrica di Natsuki Kido e con gli interventi spettacolari del violino di Naoki Kita.


Infatti, a dispetto delle radici tangueire del progetto e di molte delle composizioni, nel flusso sonoro si innestano di continuo elementi disparati. Il rock – progressive, soprattutto, e hendrixiano nel brano conclusivo del programma – sono un riferimento preciso e sempre presente negli assolo del chitarrista e nella scrittura stessa dei temi. In modo più velato e suggestivo vengono alla luce le reminiscenze classiche, presenti ma discrete. L’approccio al jazz, invece è soprattutto nella pronuncia delle frasi e nella ricerca degli spazi per l’improvvisazione, sempre a disposizione dei musicisti e gestiti con estrema cura. Sono meno avvertibili richiami etnici e, in particolare modo, le radici giapponesi.


Tutte le influenze linguistiche portano in modo naturale a parlare dei suoni dei cinque elementi. Le evoluzioni solistiche e sonore di Naoki Kita sono decisamente uno dei tratti caratteristici del quintetto: senza effetti, a parte il riverbero aggiunto dal mixer di sala, il violinista riesce a trarre dal proprio strumento ogni genere di voce, suona con grande trasporto fisico ed energia e con un’intonazione sempre precisa nonostante il movimento continuo e, soprattutto, trova costantemente soluzioni valide per le improvvisazioni in cui far incontrare virtuosismo e senso narrativo. Dal canto suo, Natsuki Kido, con una Stratocaster celeste e un ampio set di pedali, porta il suono verso la direzione del rock, senza perdere mai di vista però il dialogo con gli strumenti acustici: la chitarra viene ad avere un suono che per molti aspetti ricorda il violino e che non sovrasta mai le dinamiche delle altre linee. Se Yoshiaki Sato e Masaki Hayashi interpretano il suono di fisarmonica e pianoforte in modo relativamente tradizionale, gli interventi al contrabbasso di Keisuke Torigoe danno un ulteriore tocco di varietà al suono: l’utilizzo dell’archetto risponde alle linee del violino, la cassa percossa con ampi movimenti scenici a sostenere la gestione ritmica di alcuni brani.


Il tango resta alla base di molte delle composizioni di Salle Gaveau, ma viene arricchito da elementi quali l’unisono tra più linee e, in alcuni casi, più unisono sovrapposti tra loro, da scansioni ritmiche articolate, da una scrittura che tiene naturalmente conto di tutte le influenze presenti nel quintetto. La radice tangueira si ritrova spesso nell’accompagnamento dell fisarmonica e nella passionalità dei solisti, ma, in generale, si tratta di una rivisitazione molto personale di un genere fatta attraverso una visione decisamente non rivolta alla riproposizione di un canone purista, con una prospettiva diversa quanto interessante ed onnivora.