Wide Sound – WD159 – 2006
Max Ionata: sassofoni
Luca Mannutza: pianoforte
Luca Mannutza e Max Ionata interpretano, in duo, la musica di Joe Henderson. Lode 4 Joe, sin dal titolo, mette in risalto gli aspetti che fondano l’impianto del lavoro: la scelta di affrontare il repertorio di un artista tra i più importanti nella storia del jazz, l’ammirazione nei confronti del sassofonista americano, la conduzione a quattro mani del disco.
L’aspetto più significativo del duo composto da Luca Mannutza e Max Ionata è la dinamicità continua della musica proposta: la reciproca conoscenza e la confidenza musicale si uniscono alla compattezza del materiale suonato. La musica assume un accento continuamente progressivo, sia nella descrizione di emozioni liriche e rarefatte che negli episodi più energici.
Le scelte espressive del duo riescono ad interpretare e a muoversi con proprietà nella scrittura vigorosa e corposa di Henderson, forte nell’esprimere sentimenti, muscolare e lirica. Mannutza e Ionata affrontano i brani, ponendo costantemente la propria attenzione alla costruzione di un alveo musicale che conduca la melodia e riesca a sostenere le esigenze armoniche e ritmiche.
Il duo riesce, così, a reggere l’impatto sonoro e ad esprimere i sentimenti della scrittura, riesce a lavorare sulle dinamiche espressive e ad inserire l’apporto personale dei due musicisti. Il racconto musicale sfrutta le note e i silenzi, le sospensioni e gli accostamenti lievi dei due strumenti.
Nei brani più sostenuti, il suono pieno e avvolgente del tenore si sposa con la pratica e funzionale vena del pianoforte che sostiene e spinge l’andamento del brano. Mannutza sfrutta la percussività del piano per rimarcare la ritmica e dare vitalità agli sviluppi armonici. Ionata racconta, espone, affronta con gusto la forza del brano originale.
Ma è, forse, nei brani più lirici che si esprime maggiormente la fusione fra i diversi elementi. Jinriksha e Black Narcissus, Lode 4 Joe e L’Astronauta, i due originali presenti nel lavoro, uniscono la visione lirica di Henderson con la capacità di lavorare sui suoni, fine e sofisticata, di Mannutza e Ionata. Una visione lirica precisa ed efficace, vigorosa negli scatti e dolce nei passaggi. La descrizione, sospesa, del tema di Jinriksha, la poesia, limpida, de L’Astronauta, i due strumenti che si affiancano, le linee che si sostengono in un gioco di silenzi.
Max Ionata e Luca Mannutza riescono così a spaziare dalla pulsante Isotope ai brani più intimi e riflessivi, dal vigore di Recordame e Shade of Jade, il brano che apre il lavoro, alle atmosfere rarefatte. Riescono a condurre la musica, come si diceva in precedenza, in un alveo ben delineato che permette di esplorare le diverse intenzioni della scrittura di Joe Henderson e le interazioni delle proprie voci.