Genova, Villa Bombrini – 19/22.9.2024
Luca Damiani e i suoi ospiti: Enrico Pieranunzi, Peppe Servillo, Rita Marcotulli e Danilo Rea
Foto: Archivio Fabio Ciminiera
Luca Damiani è un brillante giornalista e conduttore radiofonico, alla guida di “6 Gradi”, trasmissione di Radio 3 in cui lui incontra musicisti di aree diverse e li stimola proponendo loro il confronto con temi o autori anche lontani temporalmente e stilisticamente. A Villa Bombrini, dal 19 al 22 settembre, va in scena una versione live del programma, in una inedita trasferta genovese, sotto il cappello della fondazione Entroterre e dello storico e glorioso “Louisiana Jazz Club”, che quest’anno, fra l’altro, compie sessant’anni. Gli ospiti della rassegna sono d’eccezione. Si comincia con Enrico Pieranunzi, giovedì 19. Luca Damiani intesse una introduzione efficace ed equilibrata, alla fine della quale lancia un’esca al partner-musicista, che deve svolgere il compito assegnato costruendo collegamenti fra le sue esperienze ed il personaggio o il genere evocato. Nel caso di Pieranunzi, si va da Scarlatti, autore ben conosciuto e frequentato dal musicista romano, a Bach, da John Lewis del Modern jazz quartet a Nino Rota, da George Gershwin ai Beatles…. Il pianista, di rimando, espone tutta la sua cultura musicale, sfoderando una tecnica di prim’ordine e partecipando al gioco improvvisativo con divertimento e giusta propensione ai salti di spazio e di tempo. In più Pieranunzi completa con gustosi aneddoti le sue incursioni in repertori classici, leggeri o jazzistici, facendo felicemente da spalla al conduttore romano.
La seconda serata è protagonista la canzone napoletana con Peppe Servillo, accompagnato dal valente chitarrista Cristiano Califano. Damiani esordisce lanciando un parallelo fra Napoli e Genova. In ambedue le città, secondo la sua testimonianza, accanto a vie eleganti, si trovano zone in cui si avverte la presenza della prostituzione, abitate da persone umili e in difficoltà. L’alto e il basso che si fronteggiano e si imbattono….Da qui comincia l’esibizione del leader degli Avion Travel che rilegge una serie di brani della tradizione napoletana, antichi ma del tutto attuali. Si va da Scetate a O zampugnaro ‘nnammurato, dalle allegre A casciaforte e M’aggia curà, alla romantica, classicissima Te voglio bene assaje, cantata insieme al pubblico in sala. Servillo interpreta le canzoni con tutto il corpo, oltre che con la voce. Per drammatizzare il senso dei testi, infatti, ondeggia, si piega su sé stesso e usa una mimica facciale unica, estremamente incisiva. L’artista napoletano ha approfondito parecchio lo studio della storia della canzone della sua regione. Durante l’incontro, infatti, Servillo aggiunge e completa, eventualmente, le illustrazioni del giornalista, in uno scambio di commenti e di considerazioni sempre pertinenti.
La terza serata è appannaggio di Rita Marcotulli, che comincia subito con Koinè, brano capofila di un disco del 2002, per significare la disponibilità o l’intenzione di mescolare vari tipi di linguaggio, come sua abitudine. Si procede con una puntata nella canzone d’autore italiana, con Pino Daniele e una in quella americana, con un omaggio a Randy Newman. Poi il programma si snoda fra riprese di motivi da celebri film, da Trovajoli a Morricone, fino a Domenico Modugno e ai Beatles di Lady Madonna. Damiani racconta la storia dei pezzi, in certi casi, la loro ambientazione, l’importanza storica ed eventuali curiosità La pianista interviene per parlare, in particolare, dei suoi rapporti con il cinema e con gli autori di colonne sonore «Per Morricone ero un po’ come una figlioccia» o con i cantanti di musica leggera più famosi «A 17 anni sono andata in Argentina, in tournèe con Bobby Solo». Esibisce, inoltre, un pianismo caratterizzato da armonizzazioni sfarzose, molto legate ai motivi eseguiti, e un solismo dolce, affermativo, sì, ma mai aggressivo.
Il quarto appuntamento è con Danilo Rea e si avverte fin dall’inizio che fra i due protagonisti della serata c’è un’empatia speciale. Damiani lancia gli input e Rea raccoglie le sollecitazioni con piena disponibilità e voglia di accostare elementi differenti, lavorando su improvvisazioni splendidamente elaborate, a volte sorprendenti. La medley dedicata a Morricone, ad esempio, è resa omogenea dalla classe del pianista, che passa da un tema all’altro trovando connessioni a volte sorprendenti. Si passa dal soundtrack di Mission a Tintarella di luna e a Se telefonando, senza soluzione di continuità, con agganci ingegnosi e un florilegio armonico, dietro melodie ottimamente dispiegate, veramente spettacolare. Lo stesso trattamento viene riservato al songbook di Gino Paoli o a Elvis Presley con una versione rock and roll di Can’t help falling love, dopo aver liricizzato a dovere Love me tender, che manda in visibilio la sala. Rea non si risparmia di certo e oltre ad inanellare le hit di una serie di personaggi con cui ha condiviso il palco o lo studio di registrazione, da Cocciante a Mina, sta al gioco del conduttore, raccontando pure episodi dei suoi rapporti con i mostri sacri della musica leggera italiana.
Si concludono così, con pieno successo, i quattro appuntamenti con Luca Damiani e i suoi ospiti a Villa Bombrini. L’intrattenimento intelligente, fatto di una catena virtuosa di parole e di suoni in libertà, riesce a conquistare spettatori esperti e non, perché la musica proposta in modo appropriato e suonata bene mette sempre tutti d’accordo.
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