Miguel Zenon Quartet @ Non Solo Jazz

Foto: Fabio Ciminiera





Miguel Zenon Quartet @ Non Solo Jazz

Foggia, Non Solo Jazz – 18.2.2009

Miguel Zenon: sax contralto

Luis Perdomo: pianoforte

Hans Glawischnig: contrabbasso

Henry Cole: batteria


Mercoledì 18 febbraio, al Non Solo Jazz di Foggia, si è esibito sul palco uno dei più giovani e importanti sassofonisti del mondo: Miguel Zenon. Con il suo sax contralto ha dato al pubblico presente una nozione di quanto, anche se giovani, si possa essere anche grandi. Miguel era in quartetto (ormai noto ai più), composto, oltre che da lui, da Luis Perdomo al piano, Hans Glawischnig al contrabbasso e Henry Cole alla batteria. Un gruppo omogeneo che suona ormai da molti anni insieme. Facendo un po’ di cronistoria, Miguel mi ha detto che ha conosciuto prima Luis e Hans alla Manhattan School di New York, mentre Henry, che è portoricano come lui ed è un suo amico di lunga data, lo ha raggiunto nella Grande Mela, dopo qualche anno, e si è unito al gruppo.


Miguel ha sempre creduto in quello che faceva. “Sin da piccolo ho avuto la passione per la musica, ed essendo latino il ritmo mi ha sempre attratto. Ho cominciato a suonare il sax a undici anni. Poi mi sono iscritto alla Berklee School di Boston e li mi sono laureato ed ho studiato tanto.” Sempre animato dalla voglia di migliorarsi, conoscere, imparare e crescere, il sassofonista si è impegnato a fondo nella ricerca e nello studio. “Ho fatto tanti seminari e cominciato a suonare in varie jam e festival, poi mi sono trasferito a New York e ho frequentato la Manhattan School dove ho conosciuto Luis e Hans: lì ho imparato a stare anche con musicisti provenienti da vari paesi e quindi varie sonorità.”


Anche se vive e lavora stabilmente a New York, Miguel si sposta spesso a San Francisco, dove è membro della SF Jazz Collective, insieme a nomi come Joshua Redman e Joe Lovano. Nato nell’ambito del Festival Jazz di San Francisco, la formazione è soprattutto un collettivo di artisti. “La SF è nata come laboratorio di sperimentazione del jazz che sfocia poi nel festival ogni anno con varie jam, nuove sonorità, ma anche nuovi artisti. Vedi, la differenza tra noi e, ad esempio, la Lincoln Center Jazz Orchestra di Wynton Marsalis è che da noi non esiste un leader, siamo tutti allo stesso livello ed uguali, quindi ci consultiamo, creiamo, sperimentiamo.”


La serata è stata condita da varie tracce concepite dai suoi quattro lavori, ma anche da arrangiamenti creati molto di recente che faranno parte del suo prossimo lavoro, spaziando anche sulle sonorità popolari latino-americane con omaggi ad Hermeto Pascoal.


Soprattutto la sua tenacia, la sua grande passione, il suo modo di scatenarsi sul palco hanno convinto un pubblico alla fine entusiasta. Giovani, fresche, come dicevamo anche prima, le sue sonorità, ma anche molto solari, per un artista che di strada ne ha fatta tanta, ma che ne farà molta altra ancora.