Wide Sound – WD161 – 2006
Stefano De Bonis: pianoforte
Emiliano Rodriguez: sax soprano
Il senso intimo della musica proposta in D’acqua e di vento da Emiliano Rodriguez e Stefano De Bonis si può ritrovare nelle diverse accezione della parola divertimento.
Divertirsi in modo intelligente con la musica. La musica come mezzo attraverso il quale raccontare sapori e sensazioni, attraverso il quale far passare l’allegria, le proprie passioni e la voglia di esprimere sentimenti. Una costruzione musicale che ingloba la verve e le influenze dei musicisti, l’accezione cameristica ed acustica del suono del duo che riporta le escursioni nei diversi vocabolari musicali attraverso un atteggiamento libero da preconcetti.
L’ironia é presente in tutti gli aspetti del lavoro: dai titoli alle citazioni, dall’atmosfera dei brani alle sorprese che costellano il percorso dei brani. L’ironia si ritrova anche nelle brevi spiegazioni che De Bonis e Rodriguez pongono a corredo dei brani: pensieri brevi riportano le idee e la genesi dei titoli, le situazioni che hanno scaturito le musiche.
Portare fuori dagli schemi consueti strumenti, linguaggi, generi musicali e modi sonori: divertere, in una parola. Scherzi, salti, scatti repentini: una musica in continuo movimento, costantemente progressiva e piacevolmente spiazzante. Una musica fatta di scatti e di istanti, un accostarsi continuo e brillante di accenti e di richiami. Accenti classici, amore per il jazz e sapori mediterranei: una varia e consapevole scelta di temi e ritmi, una ricerca, sempre convincente, di suoni e di atmosfere.
Emiliano Rodriguez e Stefano De Bonis mettono in pratica in questo lavoro due aspetti fondamentali della comunicazione musicale: la voglia di giocare con gli strumenti e la capacità di emozionare. Ne scaturisce un incontro sonoro particolare, giocato sull’impasto del soprano e del pianoforte: una necessità espressiva che accoglie tutti i possibili modi di esporre la musica. L’interazione tra i due musicisti e l’interazione tra i diversi livelli della musica, soprattutto composizione e improvvisazione, creano in modo naturale una struttura unitaria all’interno del lavoro, cifra stilistica personale e leggibile per l’ascoltatore.
Toni e maniere si incrociano e prendono, di volta in volta, aspetti differenti: accordi gravi e romantici ghirigori della mano destra; linee intense e movimenti eterei del soprano; unisono serrati e aperture distese. Le strade percorse dal duo sono molte e tutte interessanti. Si mescolano momenti cameristici e improvvisazione, richiami popolari, le musiche del Sud America e citazioni colte: una visione musicale permessa da un notevole affiatamento tra i due musicisti e permeata da un atteggiamento, naturalmente condiviso, che porta i due a esplorare con curiosità le diverse angolature della musica composta e le possibilità dell’assolo. Visione varia che viene resa coerente ed omogenea dall’interpretazione, sempre personale e partecipe, dei due musicisti.
Il duo é una formazione dai risvolti particolari: c’è la necessità di essere sempre alla ribalta, c’è l’immediatezza nel poter percorrere nuove soluzioni, c’è la difficoltà di dover coprire un po’ tutti i ruoli. Emiliano Rodriguez e Stefano De Bonis riescono, grazie all’affiatamento e alla scelta del materiale sonoro, a dare corpo ad un lavoro brillante e diretto: nei quarantasei minuti del disco il duo dispone tutte le proprie intenzioni musicali e le molteplici influenze senza fronzoli né scorciatoie. Un lavoro diretto, essenziale nel guardare alle diverse anime della propria personalità musicale e nel portare alla luce la voce del duo.