Foto: Buccella-De Monte
Fusioni nel Jazz Contemporaneo
Pescara, Libreria Primo Moroni – 8-15-22.10.2010
Tre incontri dedicati ai protagonisti di Jazz’n’Fall, festival che torna a Pescara alla fine di ottobre, dopo la pausa della scorsa stagione. Fusioni nel Jazz Contemporaneo è stato organizzato dal team di Jazz Convention e da Movimentazioni e si è tenuto presso la Libreria Primo Moroni.
Stefano Zenni, Fabio Ciminiera e Marco Di Battista hanno condotto gli appuntamenti dedicati a Vijay Iyer, Cristina Zavalloni e Dado Moroni: l’idea è stata quella di presentare al pubblico i musicisti che si esibiranno nella rassegna con un appuntamento rivolto al racconto delle storie musicali e alla descrizione delle visioni estetiche di tre protagonisti del festival e di allargare, allo stesso tempo, gli spazi di fruizione della musica jazz in città.
Una conduzione aperta al dialogo con gli spettatori, arricchita da contributi di vario genere – estratti dalle interviste audio realizzate con Cristina Zavalloni e qualche anteprima della puntata dedicata a Dado Moroni, che sarà trasmessa nella prossima serie di Jazz Convention on TV. Tra l’altro, lo stile estremamente differente utilizzato dai tre conduttori ha ha ulteriormente ampliato e reso plurale il percorso di Fusioni nel Jazz Contemporaneo.
L’occasione dei tre incontri permette di ragionare sulla situazione degli appuntamenti culturali a Pescara e, mutatis mutandis, nelle altre realtà di provincia in Italia. Innanzitutto, bisogna dire che Jazz’n’Fall ritorna dopo un anno di pausa: riavvicinare il pubblico cittadino alla rassegna è stata una delle prime spinte per realizzare Fusioni. Dall’altra parte c’è stata l’intenzione forte di parlare di jazz, di creare, cioé, un’occasione informale per far avvicinare gli spettatori a quanto poi si andrà ad ascoltare in teatro.
Di sicuro, il pubblico ha voglia di sentire parlare di musica, lo dimostra con l’attenzione con cui segue iniziative come Fusioni o altre promosse in altre città – nei prossimi giorni parleremo, ad esempio, dell’esperienza di Gerlando Gatto alla Casa del Jazz di Roma. E’ presente e forte l’interesse ad ascoltare spiegazioni e porre domande intorno alla musica: un bisogno stimolato dalla voglia di partecipazione reale agli eventi e dalla necessità, per le persone che l’avvertono, di dover cercare continuamente da sé i propri riferimenti culturali. Certamente ci sono programmi di alto respiro sui mass media – sempre meno del dovuto, in verità, e soprattutto confinati in spazi ben precisi e limitati nei vari palinsesti – e occasioni alte di discussione in rete, ma, come afferma Roberto Ottaviano a proposito di Bari in Jazz, bisogna “essere presenti, impegnarsi a frequentare le proposte musicali e culturali della città (…) vedere lo spettacolo dal vivo”: è importante manifestare la forza della propria presenza fisica.
La partecipazione delle persone ai concerti e agli eventi in genere va incentivata e resa salda durante una stagione invernale in cui – spesso e, soprattutto, in provincia – passa molto tempo tra un evento e l’altro: il pubblico si disaffeziona all’appuntamento con il concerto o con le varie attività culturali, per poi ritrovarsi frastornato dalla ridondante sovrapposizione delle manifestazioni estive. L’idea alla base di Fusioni è stata anche quella di dare una sponda a questo approccio: incontrarsi e parlare di un festival qualche settimana prima dei concerti, suscitare curiosità, non solo rivolta al festival, ma anche, in senso più generale, intorno alle altre iniziative culturali del territorio e favorire l’incontro con i vari operatori, prima e durante le tre serate. Nel caso specifico, la presenza di Stefano Zenni e la vicinanza temporale con Chieti in Jazz hanno sottolineato in modo più visibile il legame tra la rassegna teatina e Jazz’n’Fall, una sinergia per coinvolgere il pubblico delle diverse manifestazioni e portare ogni volta all’attenzione degli spettatori i programmi dei vari appuntamenti.
Per quanto possa sembrare un luogo comune, sono ancora in molti a chiedersi quale sia il modo per avvicinarsi al jazz: chiacchierando al termine degli incontri, diverse persone hanno osservato come una occasione simile possa essere una chiave per entrare in contatto con questa musica, un primo approccio non forzato, dove non è necessario sapere tutto in precedenza, anzi, al contrario, è possibile esprimere dubbi e trovare la propria strada in maniera più rilassata.