Beppe Aliprandi Jazz Academy New Quartet – Natura morta con flauto

Beppe Aliprandi Jazz Academy New Quartet - Natura morta con flauto

USR – CD068/S – 2010




Beppe Aliprandi: sax contralto, sax tenore, flauto

Francesco Pinetti: vibrafono

Yuri Goloubev: contrabbasso

Marco Zanoli: batteria






Davvero un bel disco di jazz questo del quartetto a nome del sassofonista Aliprandi. Omaggi e citazioni sparse nell’intero lavoro, come lo stesso leader afferma nelle note di copertina del cd. Un disco vicino alla tradizione e non solo. Infatti, ci sono riferimenti all’hard-bop, al periodo del free-jazz e del jazz elettrico. Il brano che dà il titolo al lavoro, Natura morta con flauto ricorda le atmosfere tipiche del periodo “elettrico” (pur essendo il quartetto guidato da Aliprandi acustico), per intenderci quelle dei primi Weather Report, con una bellissima introduzione dell’ottimo contrabbassista Yuri Goloubev (anche egli proveniente dall’est europeo come Vitous) che continua poi a sostenere in modo energico l’intero pezzo e i dialoghi che si instaurano con gli altri due solisti. In questo brano il sax tenore di Aliprandi è davvero emozionante, caldo e conversa in modo passionale con il resto della band. Il free jazz compare esplicitamente nel quarto brano del disco Forsizia


Il quartetto esegue sette brani scritti da Beppe Aliprandi e rielabora due brani – In walked Bud di Thelonius Monk, in apertura del cd, e Davito del vibrafonista e percussionista Cal Tjader, in chiusura – che simobolicamente stanno a rappresentare l’omaggio ad alcuni grandi del jazz nonché la gratitudine alla loro opera.


Nel primo i musicisti suonano le 32 battute del brano alternando sei battute in 3/4 e due in 4/4 le A, mentre nella B l’alternanza è tra due battute in 3/4 e due in 5/4.


Nel secondo, il ritmo latin di Tjader diventa una ballata in cui il flauto di Aliprandi e il vibrafono di Pinetti, omaggiano oltre che il vibrafonista di origine svedese anche al flautista Herbie Mann scomparso nel 2003. I quattro musicisti sono davvero tutti bravi, su tutti il leader e il moscovita Goloubev. Insomma un bel disco che consiglio vivamente agli amanti del jazz.