Massimo Tata – Kythnos

Massimo Tata: vibrafono
Daiana Boccialone: pianoforte
Carlo Battisti: batteria
ospiti:
Federico Capodiferro: handpan in Incontri
Sofia Marocco, Giancarla Ardetti: pianoforte a quattro mani in Lipsi

Alfa Music – 2024

Massimo Tata è un vibrafonista provvisto di un ampio curriculum artistico, impegnato su più fronti, dalla musica sinfonica al jazz, dal teatro alla didattica. “Kythnos” è, però, il primo disco a suo nome, inciso con la pianista Daiana Boccialone e con il batterista Carlo Battisti, entrambi dotati di parecchie esperienze in diversi generi musicali. Il trio vibrafono-pianoforte-batteria, poi, non è molto consueto nel jazz, anzi, si può affermare che sia quasi una rarità il connubio fra i tre strumenti.

La musica del disco vive principalmente sui dialoghi contrappuntistici fra pianoforte e vibrafono. È una specie di corsa ad inseguimento, un dialogo condotto su ritmi sostenuti con il metallofono che espone i motivi, li ripete e ci ricama sopra ed il pianoforte che aggiunge consistenza e spessore alla musica con un fraseggio pieno di note e di sottigliezze. Carlo Battisti, da parte sua, segue il treno guidato dai due partners, lanciato a notevole velocità, attraverso un accompagnamento discreto, utile a completare il quadro immaginato dal band leader. Negli otto pezzi scritti da Tata, si può riconoscere un richiamo al minimalismo, con quelle sequenze iterate e ogni volta arricchite da qualche elemento, e una certa vena melodica pencolante fra i suoni del Mediterraneo, dei Balcani, senza trascurare qualche profumo latino ad aromatizzare il tutto.

Fra le otto tracce si distingue in particolare Incontri, in cui suona l’ospite Federico Capodiferro, all’handpam. In questo capitolo, infatti, si respira un’aria da world music orientaleggiante, bene illustrata dai due strumenti a percussione, abili a darsi un botta e risposta caldo ed accogliente.

Ci sono voluti tanti anni per far decidere a Tata di pubblicare un album a suo nome, raccogliendo otto pezzi scritti nel periodo in cui la sua attività era principalmente a servizio di altri progetti. Il disco è, quindi, frutto di ponderazione, e rivela chiaramente la personalità di un vibrafonista dalla tecnica sopraffina, capace di riunire una formazione insolita, ben amalgamata, però, in grado di dare un senso alle composizioni del leader.


Segui Jazz Convention su instagram: @jazzconvention