Caligola Records – caligola 2093 – 2008
Nicola Fazzini: sax alto
Riccardo Chiarion: chitarra
Stefano Senni: contrabbasso
Tommaso Cappellato: batteria
Nicola Fazzini, quarantenne sassofonista milanese per nascita e veneto d’adozione, ostenta nel suo fraseggio la fluida sicurezza derivante da attenti studi del bop e dell’evoluzione del Jazz.
Un rigore etico che forse gli deriva da suoi trascorsi in terra d’Austria, dove la severità spesso si fonde con le tendenze fusion di stampo mitteleuropeo. Anche nel suo live Watch your step, album realizzato in quartetto con Riccardo Chiarion alla chitarra elettrica, Stefano Senni al basso e Tommaso Cappellato alla batteria, gli umori più boppisticamente pulsanti si miscelano in modo equilibrato, con una ammiccante ascendenza “cool”, post konitziana.
Molto bene si inserisce la diteggiatura di Chiarion, di scuola Jim Hall o Billy Bauer, calligrafico quanto creativo, elegante e incisivo. Tutto questo, intriso di frammentato swing, si respira negli iniziali JW e Miss understandin (entrambi i temi sono composti da Fazzini), mentre nella successiva composizione, Gufo, di Chiarion, il clima si spinge su versanti più moderni e introspettivi, fino a sfociare in For Joe, attraverso un percorso che compie qualche passo a ritroso, verso un impetuoso tributo allo Joe Henderson versione anni ’70.
L’intimismo riemerge in Steps ancora per la penna di Fazzini. In questo caso il quartetto è alle prese con una ballad che talvolta assume anche un sapore mediterraneo, molto delicata nell’esposizione e nello sviluppo armonico. Astronauts non può non richiamare note sperimentazioni tristaniane, però con un contorno ritmico più marcato. Qui Senni, autore del brano, trova la maniera di emergere con un’introduzione dalla cavata possente, ancora “latina” per impeto, dove il contralto di Fazzini “stacca”, sinuoso, incalzato dalla frammentazione ritmica di un ispirato Cappellato.
Oxyd, dolcemente si adagia su linee moderatamente swinganti e l’interplay tra Fazzini e Chiarion tocca punte emozionanti. Infine, CCX e Kukan, consolidano la forza di questo quartetto che propone un sound affatto scontato che potremmo anche definire come un distillato di esperienze differenti, che si concentrano e si sublimano verso originali caratteri e linguaggi che rimangono, però, pur sempre saldati a una certa tradizione che non chiamerei “mainstream”. Piuttosto Watch your steps parte da una “corrente di mezzo” per risalire le rapide di un singolare fiume di note temperamentali che non si dissociano, mai, dall’essenza del Jazz.