Menconi/Romano/Mannutza – Adventures Trio

Menconi/Romano/Mannutza - Adventures Trio

Abeat Records – AB JZ 085 – 2010





Alessio Menconi: chitarra

Aldo Romano: batteria

Luca Mannutza: organo Hammond, Fender Rhodes


Eclettico gigante della chitarra elettrica nostrana, Alessio Menconi non si ferma un attimo, e – come quasi sempre, anche qui supportato dalla scuderia Abeat – dà l’avvio con questo Adventures Trio ad un nuovo gruppo dal nome omonimo. Dopo aver piacevolmente convinto con diversi altri progetti in trio (ricordiamo qui quello con Bagnoli e Fioravanti e il noto Trio Bobo) Menconi “torna” ad un trittico per lui inedito: in questo disco, infatti, alla sua chitarra si affiancano la batteria di Aldo Romano e (prevalentemente) l’Hammond di Luca Mannutza. Inutile dire che la novità giova alle sei corde di Menconi: la musica di Adventures trio è leggera e sofisticata (manifesto d’intenti è la traccia d’apertura, Song for Elis, che porta la firma di Romano e che introduce in un’atmosfera ballad quasi malinconica), ma anche energica e coinvolgente, come nei brani dall’andamento più sostenuto. Pur rimanendo all’interno dei canoni del trio organo-chitarra-batteria, Menconi ha il merito in questo disco di declinare il trio in una direzione spesso ai confini col blues (com’è facile intuire anche dal titolo di Blue Mistery, autografo dello stesso leader) e di mantenere l’originalità del jazz italiano. Originalità ribadita anche dal fatto che nove delle dieci composizioni che sono contenute in questo disco escono direttamente dalla penna di Menconi: unica eccezione una rilettura della coltraniana Moment’s Notice, forse – al di là dell’innegabile bellezza degli assoli – il momento meno riuscito del disco proprio a causa dello stacco dall’andamento autonomo che aveva il resto dell’album. Pulitissimo il lavoro di tutti e tre i musicisti, che si incastrano e intendono alla perfezione in qualunque atmosfera: trascinante, per esempio, il delicato appeal di Valzer improvvisato. Impeccabile in particolare Romano, che trasforma la batteria – ma da lui ormai la cosa non sorprende più – in un terzo strumento melodico, portando spesso swing sul charleston che da soli valgono un ascolto attento.