Universal/Emarcy – 0602527307725 1- 2010
Pierluigi Villani: batteria
Rossella Antonacci: voce
Luca Aquino: tromba, flicorno
Antonio Piacentino: tromba
Roberto Ottaviano: sassofoni
Gaetano Partipilo: sassofoni
Vincenzo Presta: sassofoni
Francesco Villani : pianoforte
Giorgio Vendola: contrabbasso
Camillo Pace: contrabbasso
Pierluigi Villani è un musicista curioso, fantasioso e come testimoniano i suoi dischi poliedrico. Non è un batterista che rimane “nascosto” dietro il suo strumento, ma un protagonista e leader che progetta la musica per sé e per gli altri conducendola verso direzioni e orizzonti a lui congeniali. Il suo nuovo disco s’intitola Tempus Transit (Universal/Emarcy). E’ un lavoro di ampio respiro, aperto a diverse influenze musicali che confluiscono nel jazz. Lui sperimenta, improvvisa, lavora di fantasia e creatività con accenti tipici di chi si è formato alla scuola partenopea. La batteria è li ma non predomina. Discretamente si occupa della musica e del ritmo seguendo gli altri musicisti e talvolta suggerendo delle vie di fuga o delle insperate conclusioni. Con il pretesto di parlare del nuovo disco gli abbiamo chiesto di parlarci anche un po’ di sé.
Jazz Convention: Chi è Pierluigi Villani?
Pierluigi Villani: Un musicista curioso che ama estendere continuamente i propri orizzonti.
JC: Perché hai scelto la batteria, quali sono i tuoi musicisti di riferimento ed a quale forma di jazz ti senti più vicino?
PV: La batteria è stata una vera e propria passione ma soprattutto un’esigenza. Sin da piccolo mi costruivo pseudo batterie. I miei riferimenti musicali vanno al di là dello strumento che suono. Mi piacciono Herbie Hancock, Michael Brecker, Michel Petrucciani, Chick Corea, Buddy Rich, Tony Williams, Max Roach per poi arrivare ai giorni nostri con Brian Blade ma anche e soprattutto Vinnie Colaiuta. Poi per quanto riguarda i tipi di jazz, credo di non avere modelli preferiti.
JC: Tempus Transit è il tuo nuovo disco – il sesto da leader, per l’esattezza. Come si colloca questo lavoro rispetto alle tue produzioni precedenti?
PV: Lo catalogo come il più giovane, nel senso di ultimo, anche se ne ho già registrati altri due. Di questi, uno con una nuova band AJQ che uscirà anch’esso per la Universal Emarcy in maggio-giugno. E’ un disco che ha un sound completamente diverso. Poi essendo in quartetto è molto più cattivo e diretto.
JC: Tu sei batterista, compositore e leader? Commentaci questo tuo essere trino… e mediterraneo.
PV: Sono essenzialmente un musicista; questo mi piacerebbe si apprezzasse di me. Certo siamo abituati a vedere il batterista solo come un esecutore, ma io ho avuto la fortuna di studiare con il “grande” Bruno Tommaso, il mio Maestro, che non concepiva che il mio credo fosse il ritmo. Lui voleva che mi sforzassi sempre e più degli altri proprio per compensare le mie mancanze armoniche.
JC: Tempus Transit è il tuo primo disco per la EmArcy. Come è nata questa collaborazione?
PV: E’ nata casualmente. Un mio amico, Pasquale Bardaro, mi ha segnalato Franco Galliano che fa il produttore di mestiere ed è un grandissimo competente di musica oltre ad essere diventato un mio caro amico.
JC: In Tempus Transit hai riunito un cast di musicisti (Roberto Ottaviano, Gaetano Partipilo, Vincenzo Presta, Luca Aquino, Antonio Piacentino, Francesco Villani,Giorgio Vendola, Camillo Pace e la cantante Rossella Antonacci) tra i migliori in Italia. Come li hai scelti e perché proprio loro?
PV: Perché sono i migliori… ah ah!!!. Ho scelto loro perché io non mi reputo un purista e volevo fare un lavoro eterogeneo ma molto originale ed al tempo stesso fruibile. Quindi avevo bisogno di altri “compagni” che avessero la mia stessa testa. Devo dire che hanno reso tutti in maniera esemplare.
JC: Nel disco ci sono dieci tracce. Alcuni brani sono in società con tuo fratello, Francesco Villani. Altri sono scritti solo da lui. Componete spesso assieme?
PV: Francesco è un talento ancora incompreso, purtroppo; almeno non quanto meriterebbe; io e lui ci troviamo alla perfezione, abbiamo gli stessi ascolti, gli stessi gusti… è mio fratello: che dire di più!!
JC: Tempus Transit si apre con In attesa del domani un pezzo improvvisato, aperto, che introduce i lavori a venire…
PV: Adoro quel brano o, meglio, quello stile musicale: mi piacerebbe fare altri lavori di quel tipo, avendo tante libertà ed aperture.
JC: Herbie Hancock, Nick Drake, Lucio Battisti, tre cover di tre compositori diversi tra loro per genere musicale e creatività. Perché hai scelto proprio loro e deciso di musicarli in quel modo?
PV: Sono i miei ascolti che mi hanno guidato. Hanno portato me e Francesco a comporre in quella direzione. Mi piace ascoltare di tutto e mi piace trasformare il “tutto” in jazz come forma di musica libera.
JC: L’Eroe comincia con un tuo assolo di batteria che dura un minuto. Il brano è nato così o l’idea, efficace, di un intro è venuta dopo?
PV: L’idea ci è venuta subito. Il brano era troppo “cazzuto”. Ho pensato bene di farci una intro di batteria, non ho resistito… .
JC: Tempus transit gelidum dai Carmina. Dalla classica al jazz con il soprano di Ottaviano e la voce di Rossella Antonacci. Com’è nata questa idea?
PV: E’ un brano composto tanti anni fa per il Festino di Santa Rosalia a Palermo. Il pezzo era eseguito con lo stesso organico ma aveva alla voce un uomo, Mario Castiglia, fantastico cantante. Con mio fratello, Francesco, ci eravamo sempre ripromessi di registrarlo e finalmente lo abbiamo fatto!
JC: Il prossimo Villani?
PV: Il futuro Villani sarà in compagnia del mio nuovo gruppo AJQ con Marco Contardi, Umberto Muselli e Gianluca Renzi, il cui disco uscirà quest’anno. Un gruppo più essenziale, un quartetto più ritmico, pieno di groove. Spero che piaccia.