El Gallo Rojo Records – 314-35 – 2010
Achille Succi: sax alto, clarinetto basso
Christopher Culpo: pianoforte
Oren Marshall: tuba
Atmosfere rarefatte, prodotto di un’antica liturgia sacrale, che piomba nel presente direttamente dal passato. Sussurri di note che istigano l’immaginazione a proseguire e ricercare nella paludi del tempo una musica imprigionata tra le pareti di un edificio eretto per consumare riti laici. Questa è l’impressione che da al primo impatto l’ascolto di Fresh Frozen, ultimo lavoro del sassofonista Achille Succi. Certo, il disco non è semplice. Ad un orecchio non esercitato chiede uno sforzo ulteriore e forse diversi ascolti per assorbire e digerire suoni ed atmosfere non proprio abitudinarie per un certo jazz, diremmo quello più “convenzionale”. La qualità del lavoro è alta. A tale risultato Succi vi è giunto facendosi affiancare da due musicisti validissimi ma che non fanno parte dell’ortodossia jazz. Uno è Christopher Culpo, pianista che si divide tra il jazz e la musica classica; l’altro, Oren Marshall, suona la tuba in contesti che spaziano dalla musica sperimentale contemporanea, alla classica, alla world ed al jazz. Proprio a Marshall è affidata l’apertura, non scontata, di Fresh Frozen. Il brano si chiama Jack-in-the-box ed altro non è se non un lungo e forse improvvisato assolo di tuba autografato dallo stesso musicista. E’ chiaro, sin dall’inizio, che una parte del disco potrebbe benissimo essere annoverata o potrebbe far pensare alla musica da camera. L’atmosfera è perfetta ed altrettanto i suoni e le partiture. Gli intrecci e i dialoghi dei tre strumenti in Sbach o in Culpography o in Colette appartengono a quella genie o specie di sonorità. E poi, cosa dire delle trame labirintiche, inquietanti, ansiogene di Smallips e Quail Stomp? Che Fresh Frozen è un disco che ne contiene altri. Infatti, dobbiamo aggiungere, le invenzioni free e il collettivismo improvvisato di Sonic Lube e della title track Fresh Frozen.