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Slideshow. Giovanni Mazzarino.
Jazz Convention: Partiamo dalle origini: mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?
Giovanni Mazzarino: Il primo ricordo è il disco dell’Orchestra di Ray Conniff posto in uno scaffale dello studio di mio padre. Ascoltavo sempre questo album, avevo sei anni ed ero innamorato inconsapevolmente di alcune armonie e melodie che provavo a cantare seguendo le note del disco. Poi ho cominciato a studiare la musica, ma la cosa più importante per me è sempre stata l’ “Ascolto”.
JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare pianista e poi (o prima?) musicista jazz?
GM: A casa mia c’era un pianoforte, per questo motivo ho cominciato a studiarlo. In realtà mi affascinava il contrabbasso ma ero troppo piccolo per avvicinarmi a questo strumento. Musicista di Jazz si diventa nel tempo, quando si comprende che Jazz non significa nulla e quando tutta la musica diventa Jazz.
JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?
GM: La parola Jazz di per sé non significa nulla, la sua essenza storica ed estetica in termini di linguaggio tuttavia è fondamentale per chiunque voglia fare musica.
JC: Ma cos’è per te il jazz?
GM: Il Jazz è la “Musica”, Mozart è Jazz, Bach è Jazz. Questi musicisti hanno fortemente iniziato ad innovare e rinnovare, poi viene il resto! Questo significa che in Musica non si inventa nulla, bensì si scopre. Ed è proprio in virtù di questo principio che la Musica nei tempi si è evoluta. Nessuno ha mai inventato, ma tanti hanno scoperto. Come tutte quelle materie che appartengono alla sfera del razionale, l’armonia e la composizione possono diventare tuttavia Arte solo se si riesce ad interagire filosoficamente, speculativamente con loro, laddove ogni spostamento, ogni relazione, nonostante rigorosamente matematica e razionale, diventa “invenzione” non inventata, diventa arte. La musica è una e sola, governata dalle medesime leggi. E’ evidente che le varie estetiche musicali pretenderanno linguaggi diversi tra loro, ma sempre fondati su i medesimi principi armonici e compositivi, applicati e congegnati se vuoi in maniera diversa da un punto di vista ritmico per i differenti contesti storici.
JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?
GM: L’idea del “caldo”, il concetto del “climax” di un brano musicale, il sentimento dell'”Amore Passionale”…
JC: Credi che esista un’identità del jazz siciliano?
GM: Non penso, ritengo tuttavia che i siciliani come gli ebrei assieme agli africani abbiano contribuito moltissimo alla formazione estetica del linguaggio Jazz.
JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?
GM: Basta andare oltre i confini del linguaggio esistente affinché si possa parlare di Jazz del futuro, trovare nuovi schemi, nuove idee soprattutto ritmiche. La direzione mondiale è ormai questa!
JC: Tra i molti dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?
GM: Sono affezionato a tutti, sia pure per diversi motivi. quello che però mi soddisfa di più sarà sempre l’ultima realizzazione discografica in quanto immagine speculare recente del mio sentire che è sempre in divenire!
JC: Quali sono stati i tuoi maestri nel pianoforte nella musica, nella cultura, nella vita?
GM: Nella Musica ho avuto tanti maestri che ho ascoltato nei dischi e dal vivo, per citarne qualcuno Dizzy Gillespie, Miles Davis,Sonny Rollins, John Coltrane, Herbie Hancock, Keith Jarrett e tanti altri ancora; per quanto riguarda la Cultura in genere prediligo la letteratura e personaggi come Manzoni, Pirandello, Ungaretti e Quasimodo, sono tra i miei preferiti, grandi Maestri di vita.
JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?
GM: Quando suono. In particolare con i musicisti con i quali comunico maggiormente.
JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?
GM: Quelli che considerano e rispettano la Musica. Tutta, senza etichette: “no bluff”, questo è il mio slogan!
JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?
GM: A Marzo 2011 registrerò il mio nuovo disco “Trinacria” con il mio nuovo quartetto composto da Max Ionata ai sassofoni, Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Nicola Angelucci alla batteria. È un viaggio all’interno della Sicilia, un percorso tra le risorse più belle dell’Isola, ogni brano è dedicato ad una località siciliana, il tutto con la partecipazione di un grande fotografo: Pino Ninfa.