Kenny Werner Quartet @ Teatro Rossetti, Vasto

Foto: Fabio Ciminiera





Kenny Werner Quartet.

Vasto, Teatro Rossetti – 6.2.2011.

Kenny Werner: pianoforte

Benjamin Koppel: sax alto

Johannes Weidenmuller: contrabbasso

Ted Poor: batteria


Kenny Werner realizza una sintesi diretta ed elegante, energica e fluida nella propria musica: tensioni diverse si incontrano con semplicità e rigore nelle composizioni trascinanti e liriche del pianista. Una visione estetica radicata nelle tradizioni del jazz e moderna, basata in modo attento e necessario sull’interplay e così estremamente consolidata nel disegno del pianista statunitense.


Il concerto tenuto a Vasto dal pianista ne ha rispettato le promesse e le premesse. La grande carica umana e musicale di Werner si ritrova nei brani originali, calibrati sulla forma e sulle dinamiche del quartetto. Werner scava nella concezione stessa della formazione: il dialogo tra i quattro musicisti è sempre in primo piano ed è la chiave utilizzata per far funzionare composizioni ben equilibrate, per sfruttare l’approccio personale di ciascun solista, per rendere il concerto un flusso sonoro. La solidità del quartetto emerge proprio nel mettere a confronto i nuovi ingressi nella formazione – vale a dire Benjamin Koppel e Ted Poor – con una struttura musicale articolata quanto ben congegnata.


Ed è in questo, se si vuole, la misura del percorso seguito dal pianista. Le griglie e i sentieri tracciati da Werner diventano il luogo dove Poor e Koppel possono improvvisare con varietà di linguaggio e forza espressiva, portare il bagaglio proprio personale e sonoro: la scrittura di Werner costituisce riparo sicuro ma anche, al tempo stesso, una prova esigente per gli esecutori. Le derive “europee” del danese Koppel e la grande abilità percussiva di Poor diventano armi per la costruzione di un quartetto che si fonda sulla grande stabilità e sulla propulsione ritmica di Johannes Weidenmuller, contrabbassista poco appariscente ma determinante per la precisione e il sostegno ai solisti.


Infine lo stile del pianista: vulcanico e poetico, Werner unisce con gusto e soluzioni intelligenti, la tecnica e il trasporto. Senza frizioni né sforzi, senza perdere mai di vista il centro melodico del brano, Werner esplora tutte le direzioni intraprese nelle diverse opposizioni e lascia fluire le proprie improvvisazioni e gestisce al contempo, da regista esperto, l’apporto dei compagni di palco.