EmArcy Universal – 0602527480336 – 2010
Luca Aquino: tromba, live loops, voce, elettronica, effetti acustici
Banco di prova di un musicista è, come si dice spesso, il disco in solo. Certo, questo vale di solito soprattutto per i pianisti, molti dei quali arrivano ad aspettare anni prima di esibirsi (o incidere) in solo, per una sorta di timore riverenziale nei confronti della solitudine musicale. Ma il discorso si può allargare ai trombettisti? Sicuramente i loro dischi non accompagnati sono molto più rari di quelli dedicati allo strumento a ottantotto tasti, e anche per questo un lavoro come “Icaro Solo” andrebbe apprezzato a prescindere. Del resto, visto il titolo, Aquino pare ben consapevole della sfida cui si sottopone; e del resto chi meglio di lui, giovane e brillante trombettista italiano la cui carriera è ampiamente riconosciuta da un’ampia discografia e un’ancor più ampia fama interazionale, avrebbe potuto intraprendere una simile strada?
Ma in Icaro Solo la sfida non è solo con la solitudine (e quindi con il proprio strumento). Nel disco si gioca una partita forse altrettanto grande per ogni musicista: quella che lo vede confrontarsi con lo spazio. L’ultimo lavoro di Aquino è infatti stato inciso, col solo uso di una loop station, nella chiesa di Sant’Agostino a Benevento. Il musicista ha corso, secondo le sue stesse parole, “tra i riverberi della chiesa”, come a voler “suonare” lo spazio stesso, mettendo per così dire in risonanza i muri dell’edificio di origine medievale. Ma forse, ancor più che lo spazio, bisognerebbe dire l’ambiente: Aquino arriva a “duettare” con il suono di un trapano involontariamente entrato a far parte dell’orizzonte del musicista, e subito riplasmato in musica.
Icaro Solo è, passando a una critica più strettamente musicale, un lavoro ben concepito, solido sotto il profilo dell’idea così come unitario nella sua realizzazione, in gran parte basata sull’abilità improvvisativa di Aquino, che riesce a creare una incredibile varietà di atmosfere e suggestioni pur nella “ristrettezza” dell’organico. L’uso dell’elettronica e della loop station non fanno altro che modernizzare l’operazione, lavandole di dosso una patina un po’ polverosa e retrò che forse si sarebbe portata dietro in caso contrario. L’inventiva e l’impeto della musica di Aquino si spingono fino ai loro estremi, proprio grazie alla straordinaria libertà concessa dall’esibizione in solo. Un lavoro eccellente per un musicista che torna a rivelarsi una delle voci più attuali della tromba italiana.