Memorie di Adriano. Celentano, tra l’arte di Servillo e il jazz

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Memorie di Adriano. Celentano, tra l’arte di Servillo e il jazz

Barletta, Teatro Curci – 20.4.2011.


Peppe Servillo: voce

Rita Marcotulli: pianoforte

Fabrizio Bosso: tromba

Javier Girotto: sassofoni, flauto

Furio Di Castri: contrabbasso

Mattia Barbieri: batteria


Squadra che vince non si cambia. Dunque eccoli ancora qui Peppe Servillo e la sua selezione di jazzisti italiani, presentare questo nuovo progetto incentrato sulla musica di Adriano Celentano e del suo celebre clan. Già un paio di anni fa i nostri erano stati protagonisti di un riuscito omaggio alla musica di Domenico Modugno, intitolato Uomini in Frac, che importanti successi di pubblico ricevette lungo il suo passaggio nei teatri italiani.


Alcuni dei preziosi membri di quel passato progetto: Rita Marcotulli al pianoforte, Fabrizio Bosso alla tromba, Javier Girotto ai sassofoni, Furio di Castri al contrabbasso e la new entry Mattia Barbieri alla batteria si sono riuniti a Servillo per reinterpretare i successi del “Molleggiato” nazionale: un repertorio di brani che a loro modo hanno segnato un epoca nell’immaginario popolar-nazionale, attraverso canzoni romantiche e ironiche, ma allo stesso tempo provocatorie e idealiste.


Tutti gli arrangiamenti dei brani sono di Furio di Castri, contrabbassista storico del jazz italiano che, così com’era precedentemente avvenuto, ha prestato la direzione musicale e la sua riconoscibile cavata al servizio di questo nuovo progetto. L’aspetto narrativo è quello sul quale il musicista torinese ha concentrato le sue abilità di concertatore. I brani scelti vengono proposti sfrondati di quella originale guasconeria “celentanesca” e resi più maturi, teatrali, raffinati, arricchiti da riuscite riletture che li innalzano a piccolo patrimonio della storia della canzone italiana, ponendoli così in una più giusta prospettiva storica, lontana da quella superficiale a cui spesso erano stati erroneamente associati .


Il sorriso da Pulcinella e quel suo personale linguaggio del corpo fanno di Peppe Servillo il vero protagonista in scena. La sua è una maschera, la stessa appartenuta a mostri sacri del cinema e del teatro italiano, e partenopei come lui, quali Totò ed Eduardo De Filippo. Perché è innegabile che è a quella grande scuola di recitazione, istrionismo e ironia che si rifà l’arte di Servillo, artista che come pochi sa interpretare i personaggi dei brani cantati, diventando parte integrante della storia narrata.


Sotto le lenzuola e Stai lontana da me, tra i brani più narrativi di Celentano, vengono interpretati dal cantante degli Avion Travel con magistrale teatralità, supportato dal sempre impeccabile sostegno musicale dei suoi partner.


Ben costruito l’assetto scenico del concerto, che procede per combinazioni diverse tra i musicisti i quali alternano ai brani eseguiti con ensemble al completo, momenti più squisitamente strumentali suonati in formazioni più ridotte: Di Castri e la Marcotulli si incontrano in un dialogo fondato sui giochi timbrici del pianoforte, con la pianista impegnata a manomettere il “ventre” del suo strumento e il contrabbassista a sostenerla con incidere ironico. A seguire, un momento solitario della stessa che si infila in sentieri musicali di classicheggiante bellezza al quale si avvicenda un monologo ritmico affrontato dal bravo Barbieri.


Menzione a parte merita le sezione fiati del gruppo, il duo Girotto/Bosso, che ha rafforzato la propria empatia musicale in numerose altre collaborazioni. I due si concedono un momento tutto loro producendosi in uno strabiliante duetto che vede il sassofonista argentino al baritono, impegnato a lanciare bordate dal registro basso del suo strumento, al quale Bosso risponde con tutto il suo impressionante bagaglio tecnico, espresso a colpi di fraseggi virtuosistici, respirazioni circolari, funambolici salti di registro e growl in stile New Orleans.


I primi vagiti di una nascente coscienza ambientalista de Il ragazzo della Via Gluck, la nostalgica bellezza di Azzurro, cantata sul finale da tutto il teatro, e il bis condito di romanticismo offerto da Una carezza in un pugno, sono lì a prendersi gli applausi e i consensi di un pubblico divertito e soddisfatto nell’aver riascoltato un repertorio noto come quello di Celentano, ma affrontato con piglio fresco, inconsueto e rispettoso dell’artista celebrato.


Un evento speciale e in prima assoluta, questo presentato al Teatro Curci di Barletta, reso possibile grazie alla produzione di Puglia Sound, giovane ed attivissimo ente pugliese legato alla promozione musicale, che in breve tempo si è rivelato di importanza decisiva per la diffusione della musica di qualità nella regione.