Il FIMIC. Intervista a Minna Huuskonen

Foto: Fabio Ciminiera










Il FIMIC. Intervista a Minna Huuskonen.

Tampere, Tampere Jazz Happening – 5.11.2005


Jazz Convention: Partiamo dal lavoro del FIMIC per la musica finlandese all’estero.


Minna Huuskonen: Noi copriamo ogni genere musicale: abbiamo un team che si occupa di musica classica e contemporanea e un team che si occupa di jazz, folk, rock, pop e musica elettronica. Il nostro piano di lavoro prevede che, per periodi di un paio di anni, noi ci concentriamo maggiormente su un genere piuttosto che su una altro, a seconda di quello che riteniamo vada spinto maggiormente, confrontandoci con il mercato, con quelli che sono i gusti del pubblico, con quelli che sono i punti di forza del mondo musicale finlandese. Quello ci interessa è lavorare con tutti i soggetti coinvolti nel mondo della musica, etichette, agenti, musicisti, per portare all’estero la musica finlandese.



JC: Le difficoltà. Il primo aspetto che voglio chiederti è il seguente: come avete a convincere tutti gli operatori del settore, musicisti, etichette, festival, le istituzioni, a lavorare insieme per ottenere questo risultato.


MH: Ovviamente la situazione non è la stessa con tutti i generi musicali. Con il jazz e il folk è più facile dal momento che la scena è più piccola, ci sono meno persone che lavorano in questi ambiti ed è più facile lavorare insieme, trovare punti di intesa e convincere le persone che, lavorando insieme, ci saranno benefici per tutti. Se parliamo di rock e pop è più difficile perchè la major hanno i loro interessi, i loro regolamenti e operano secondo le proprie procedure, hanno le loro strategie promozionali e così via. Anche in questi generi, riusciamo a lavorare con più semplicità con le etichette indipendenti: anche loro non hanno molti soldi e non possono promuovere nel modo migliore i loro dischi. A quel punto interveniamo noi a sostenere con la nostra rete promozionale, con i contatti che abbiamo nel resto del mondo. La nostra non è una struttura commerciale, questo aspetto resta completamente in mano alle etichette, il nostro lavoro è quello di fornire un aiuto ulteriore per promuovere per la prima volta all’estero dei lavori oppure per muoversi in paesi che non conoscono… in questo abbiamo ormai una certa esperienza. Perciò noi diamo ogni tipo di supporto di cui le etichette possano aver bisogno: pubblicare e distribuire materiali, fornire contatti, possiamo diventare effettivamente parte di un progetto, comprando copie dei dischi per sostenere finanziariamente i progetti e portarli ai nostri contatti all’estero… abbiamo ormai migliaia di contatti all’estero che possiamo utilizzare in vari modi. Si tratta di lavorare affinchè le persone si rendano conto che il mercato musicale finlandese ha ancora delle potenzialità di espansione ma c’è bisogno di molto lavoro per ottenere dei risultati concreti: il mondo del jazz e quello del folk cooperano di più di quanto accade nella scena rock, che è più grande, è composta da persone differenti, che è per sua natura più competitiva e dove girano più soldi.



JC: C’è anche l’aspetto della fiducia che i musicisti, le etichette hanno nei confronti del vostro lavoro, di quanto avete fatto nel passato e del fatto che siate diventati un punto di riferimento per i nuovi musicisti che si affacciano sulla scena internazionale…


MH: Certo, anche perchè noi rimaniamo molto neutrali, obiettivi: non abbiamo rapporti speciali con un’etichetta piuttosto che con un altra, noi non promuoviamo in particolare un artista. Cerchiamo, con la massima oggettività possibile, materiale di qualità, musica che abbia un potenziale internazionale, al di fuori dei nostri confini nazionali, una musica personale, interessante, con caratteri tipicamente finlandesi, e perciò non abbiamo legami con nessuno in particolare e questo aumenta la nostra credibilità. Le persone si rivolgono a noi sapendo di potersi fidare, perchè sanno che non possono influenzarci, perchè noi guardiamo alla qualità della musica e non a quale etichetta ha prodotto il disco. Per noi non ha nessuna rilevanza la provenienza della musica, se riteniamo che sia interessante e adatta ai nostri obiettivi e alle nostre strategie di promozione.



JC: E, ad esempio, nel cd promozionale che avete realizzato per il jazz finlandese, trovano spazio anche brani pubblicati dalla Blue Note finlandese, vale a dire da una major, la EMI, che si fida e trae vantaggio dal vostro lavoro…


MH: Per molte etichette è davvero importante far parte delle nostre compilation, anche perchè noi inviamo il materiale in moltissimi paesi e abbiamo avuto modo di valutare i risultati di questa iniziativa. Il fatto di aver un brano in questo cd, permette di avere passaggi nelle trasmissioni radiofoniche e di suscitare interesse nei distributori stranieri che possono promuovere i nostri lavori. Penso che, in questo senso, essere con un brano in questa nostra pubblicazione sia una cosa fondamentale, sia per le grandi etichette che per le piccole.



JC: Nel gennaio del 2006 porterete il jazz nordico per una settimana a New York. Parliamo di questa iniziativa e delle altre attività che avete in programma per il futuro.


MH: In gennaio realizzeremo a New York un progetto che accomuna le quattro nazioni scandinave e che verrà presentato in occasione della conferenza annuale dell’International Association for Jazz Educators, che si terrà dall’undici al quattordici di gennaio. Abbiamo scoperto, qualche anno fa, che l’IAJE Conference è un buon veicolo non solo per l’insegnamento, ma anche per la promozione della musica in generale ed è un’occasione valida per far conoscere le proprie esperienze, musicali e promozionali, ad operatori di altri paesi. É un evento internazionale che riteniamo molto indicato per dare inizio a una strategia promozionale del jazz finlandese, e nordico in generale: ci saranno operatori che provengono da tutto il Nord America e da buona parte del resto del mondo in una unica situazione. Il piano è quello di unire le risorse di Norvegia, Danimarca, Svezia e Finlandia, ci sarà, per ogni paese, una band affermata (Esbjorn Svensson Trio per la Svezia, la Trondheim Jazz Orchestra con Chick Corea per la Norvegia, Anderskov Accident per la Danimarca e il trio di Jukka Perko per la Finlandia) e tre gruppi di livello studentesco, ci saranno conferenze riguardo lo stato dell’insegnamento del jazz in Scandinavia, daremo una ampia informazione sul jazz nordico, invitando ed accogliendo agenti, promoter, proprietari di club, etichette, giornalisti, tutti gli operatore del settore che potranno organizzare concerti con i nostri musicisti, far conoscere e diffondere la nostra musica attraverso radio e giornali e dare alle nostre etichette una base per relazioni proficue e durature. In questa occasione raggiungeremo sia il mercato nordamericano che tutti gli operatori che verrano dagli altri paesi. Saremo anche a Terni, al Meeting del Jazz in Italia: anche in questo caso, cercheremo di utilizzare al meglio l’occasione per promuovere il jazz finlandese, incontrando, in un solo colpo, buona parte degli operatori italiani, e speriamo ci sia modo di far esibire qualche formazione finlandese in occasione del Terni Jazz Festival. Questi saranno i due progetti più grandi ai quali parteciperemo l’anno prossimo all’estero, per quanto riguarda il jazz. Per quanto riguarda la Finlandia, avremo la terza edizione del Jazz Weekend a settembre: nelle due precedenti edizioni, abbiamo organizzato degli showcase dove hanno suonato musicisti finlandesi per un pubblico di una trentina di agenti, giornalisti e organizzatori di festival selezionati nei diversi paesi europei. Per l’edizione del 2006, che organizzeremo in collaborazione con l’European Jazz Networks, avremo la possibilità di invitare un maggior numero di operatori che saranno anche, in buona parte, extra-europei. É un evento creato appositamente per questi showcase ed ha avuto un grande successo. Come dicevo prima, noi ci dedichiamo maggiormente per alcuni anni a un genere e, in questi anni, ci siamo concentrati sul jazz: abbiamo pianificato con cura ed attenzione questi eventi, li abbiamo creati e sviluppati al meglio, abbiamo fatto si che la musica jazz finlandese potesse essere ascoltata al meglio e da più persone possibili. Noi crediamo in quello che abbiamo fatto e crediamo di aver dato un notevole risalto all’estero alla musica finlandese e scandinava in generale. Noi pensiamo che, per le persone che lavorano nel jazz in Finlandia, il ruolo del FIMIC è quello di un partner attivo, nella promozione, nelle conferenze internazionali, che possa far conoscere e diffondere i dischi e i progetti ad un livello più ampio possibile. L’anno prossimo, credo, raggiungeremo il punto più alto per quanto riguarda il nostro impegno nel jazz e l’Italia sarà uno dei nostri obiettivi principali.



JC: Hai parlato durante questa intervista di lavoro, business, promozione e dell’importanza di questo aspetto e della abilità necessaria alla promozione. Puoi parlarci dell’importanza della professionalità nel lavorare per la musica.


MH: La professionalità è cresciuta nel mondo della musica finlandese, non solo nel jazz, intendo. Fino a qualche tempo fa non c’erano molti agenti e non riuscivano a coprire tutti le migliori formazioni finlandesi e sono ancora da ritenersi fortunati quelli che riescono a vivere come manager o come agenti. Il FIMIC è spesso intervenuto per aiutare queste situazioni. Sono ancora pochi i professionisti e questo ha anche i suoi lati positivi: sono persone che hanno capito che devono lavorare parecchio e, soprattutto, insieme per rendere tutta la scena jazz sempre più forte perchè c’è ancora molto lavoro da fare e non è ancora possibile essere egoisti; ovviamente ognuno porta avanti i suoi progetti, le sue formazioni, ma se si guarda al quadro generale della situazione, le persone hanno capito che è molto più importante lavorare insieme per la crescita di un movimento che sostenga tutti. La professionalità è cresciuta molto nel momento che ci siamo aperti sulla scena internazionale e abbiamo visto come le cose venivano realizzate nei paesi che hanno una tradizione più duratura della nostra. Abbiamo preso esempio da altri paesi, da altri popoli e da altre istituzioni per renderci effettivamente conto di come le cose andassero fatte, per confrontare le esperienze e diventare più esperti. Questo confronto ci ha portato a lavorare in una maniera molto più professionale e convinto di quanto non facevamo in precedenza. Ognuno sa qual è il suo ruolo, che lavori per la promozione della musica, che curi gli aspetti commerciali o legali, ognuno sa di dover camminare insieme agli altri e sa che con il suo lavoro completa quanto hanno realizzato gli altri.