Raf Ferrari Quartet – Pauper

Raf Ferrari Quartet - Pauper

Dodicilune Dischi – ED257 – 2009




Raf Ferrari: pianoforte

Vito Stano: violoncello

Guerino Rondolone: contrabbasso

Claudio Sbrolli: batteria






Un disco di indubbia qualità tecnico-musicale, di raffinatezza compositiva ed esecutiva, in cui a prevalere è il forte legame tra la musica classica e il jazz, opportunamente mescolati e citati nei brani tutti originali del pianista Raffaele Ferrari.


La formazione che utilizza il leader è il canonico piano trio, arricchito dalla presenza del bel suono vellutato del violoncello di Vito Stano. Ed è proprio il violoncello che crea il trait d’union tra i due mondi musicali appartenenti alla stessa sfera compositiva di Ferrari. Le sonorità sono arricchite dalla presenza di questo strumento. Gli elementi compositivi di Ferrari, originalità, forza e coerenza, vengono ben tradotti dai suoi compagni di viaggio, che ne assimilano il linguaggio, riportandone un’esecuzione fedele agli intenti del compositore, dove il filo tra scrittura e improvvisazione è davvero sottile. Ed è proprio questa la forza di Pauper, un lavoro discografico coerente, ed espressione di una certa visione contemporanea del fare musica, dove ciò che è scritto ritorna ad avere un peso significativo nella composizione e nell’esecuzione.


Tanti i riferimenti palesati dallo stesso Ferrari in Pauper: l’amato Ravel (L’amante di Ravel), Satie (Il vuoto), Michael Nyman (Naufragio) e certe code improvvisative in cui ad essere citati sono standards della tradizione jazzistica americana. E sul finire di Il vuoto si ode la splendida evansiana Someday my prince will come, o certe gerswiniane progressioni di raccordo ai temi principali…


I quattro musicisti sono ben affiatati in un gioco di squadra perfetto (Semisfera); tutti riescono ad esprimersi opportunamente sui brani. La ritmica di Rondolone al contrabbasso e Sbrolli alla batteria riesce bene a sottolineare i momenti a volte lirici e a volte infuocati dei due solisti Ferrari e Stano, senza mai sovrapporsi, ma colorando le atmosfere variegate di questa musica.


Un ottimo inizio discografico per il pianista Raf Ferrari, che si mette in luce qui con un progetto di pregevole fattura.