Foto: Domenico Tattoli
Pippo Matino Trio e Daniela D’Ercole. Joni Mitchell Tribute.
Molfetta, Enoteca del Jazz – 15.4.2011.
Pippo Matino: basso
Daniela D’Ercole: voce
Francesco Giacoia: chitarra
Claudio Romano: batteria
Il jazz è una musica fatta da musicisti, luoghi e concerti in cui, sera dopo sera e in ogni parte del mondo, è possibile imbattersi e farsi sorprendere. Quasi un rituale musicale in cui quell’arte del dialogo tra i musicisti e dell’incontro con il pubblico, che tanto contraddistinguono questo genere musicale, si manifestano in tutto il suo segreto fascino.
L’Enoteca del Jazz di Molfetta si è da qualche tempo unita a questa importante tradizione, proponendo interessanti concerti in un ambiente rilassato e conviviale. Una rassegna di appuntamenti musicali, giunta alla sua seconda edizione, che questa volta ha visto salire sul palco il trio del bassista Pippo Matino, impreziosito dalla presenza della brava ed elegante cantante Daniela D’Ercole, alle prese con un tributo alla musica di Joni Mitchell.
In particolare l’attenzione è stata puntata sulla musica presente in Shadows and Light, disco live del 1979, nella quale la cantautrice canadese si fregiò della collaborazione di musicisti straordinari come Pat Metheny, Jaco Pastorius e Michael Brecker.
“Un disco molto importante per la mia crescita musicale, al quale mi è sembrato doveroso tributare questo progetto”, ammette Matino che non nasconde quanto la presenza di Pastorius abbia influito sulla sua scelta musicale: “Parliamo di un lavoro in cui Jaco la fa da padrone. All’epoca di questo disco era nel suo periodo di maggior splendore, nonché l’arrangiatore degli stessi brani. Un disco da ascoltare assolutamente per quello che riguarda i bassisti. Quello che Pastorius riesce a fare con il proprio strumento in questo disco, dà una lezione di musica totale: dall’arrangiamento a come si dovrebbe accompagnare una cantante.”
Un progetto che non poteva mancare di un interprete femminile che sapesse raccogliere al meglio la sfida lanciata da una proposta musicale di questo tipo. “Ho pensato a Daniela D’Ercole perché ascoltandola cantare, ho pensato che il suo timbro vocale si prestasse molto bene per questo tributo a Joni Mitchell.”
Il concerto entra subito nel vivo con una versione energica di In France They Kiss on Main Street che, con approccio molto fedele all’originale, viene scandita da piglio dinamico e sonorità rock. Un approccio musicale dai toni alti a cui contribuiscono i bravi Francesco Giacoia alla chitarra elettrica e Claudio Romano alla batteria, entrambi partner storici di Matino. La componente ritmica di ciascun brano viene enfatizzato dalla presenza di un trio compatto come questo, che all’interno del concerto si concede spazio per momenti solitari di improvvisazione e dialogo.
Gli arabeschi elettrici di Giacoia introducono Goodbye Pork Pie Hat, celebre brano tributo di Mingus al sassofonista Lester Young, al quale molti anni dopo la Mitchell aggiungerà liriche toccanti ed intense in Mingus, un disco scritto a quattro mani con lo stesso contrabbassista di Nogales.
Una musica non facile e ricca di sfaccettature quella della Mitchell, ma che la D’Ercole dimostra di saper affrontare con carisma e determinazione: “È un repertorio che non conoscevo e che grazie a Pippo Matino, che mi ha coinvolto in questo progetto, ho avuto modo di conoscere e innamorarmene. Quello che mi affascina maggiormente in questo repertorio è la semplicità delle armonie, accompagnata da un senso melodico affatto scontato e dotato di una notevole complessità ritmica.”
I brani spesso si aprono ad esplorare singole sezioni che diventano la base sul quale improvvisare: un delizioso solo di Matino, sviluppato con l’ausilio di loop machine e profondi riverberi diventa occasione per evidenziare tutta la maestria e la prepotente tecnica del bassista partenopeo.
La pronuncia vocale della D’Ercole ben si sposa con quella capacità narrativa presente nella musica della cantautrice canadese che brani come Freeman in Paris e Dry Cleaners From De Moines rivelano: “La Mitchell è fondamentalmente una cantautrice folk che racconta storie. È questo quello che le interessa maggiormente, piuttosto che concentrarsi sull’aspetto vocale.”
Spaccati di vita americana, storie di emancipazione e ricerca della propria identità unite ad uno degli approcci musicali tra i più originali: “La Mitchell possiede un concezione ritmica nella composizione dei testi veramente interessante. Il contenuto, sempre molto metaforico, rende necessario spingersi in profondità.” Ci racconta la D’Ercole :”Una sfida impegnativa che mi ha appassionato molto e che mi sta ispirando dal punto di vista compositivo.”
Una scrittura musicale dotata di più chiavi di lettura come la stessa cantante ci sottolinea: “Mi affascina molto l’umore di questi brani capaci di catapultarti in luoghi dell’immaginario americano, impregnati come sono di immagini vivide e odori pungenti. Un umore però, attraversato spesso da una vena di tristezza. Una visione un po’ disillusa di una vita che spesso tradisce le nostre aspettative.” Un aspetto che il testo di Edith and the Kingpin rivela: ” Una canzone che racconta della relazione tra un potente boss del crimine e la giovane Edith. Una storia d’amore che, diversamente da quelle che solitamente vengono raccontate, mostra il suo lato più torbido.”
Un concerto prezioso per conoscere l’arte e la musica di questa influente cantautrice canadese, che ha saputo rivivere per una sera nelle corde del basso di Pippo Matino e nella voce di Daniela D’Ercole.