Fusioni nel Jazz Contemporaneo. Secondo Ciclo

Foto: Buccella-De Monte





Fusioni nel Jazz Contemporaneo. Secondo Ciclo.

Pescara, Libreria Primo Moroni. 7.4/21.4/12.5.2011.


Parlare di jazz, dei suoi personaggi e delle sue storie: l’impianto di Fusioni nel Jazz Contemporaneo è rimasto analogo, pur con qualche differenza di ordine logistico come l’assenza di un festival di riferimento come era stato per il primo ciclo e la conduzione doppia, affidata questa volta ai soli Marco Di Battista e Fabio Ciminiera. La seconda serie di incontri si è svolta, perciò, sempre presso la Libreria Primo Moroni a Pescara tra aprile e maggio e, non essendo collegata a Jazz’n’Fall come era stato per il primo ciclo, ha spaziato su incontri tematici riferiti al jazz italiano di oggi, ai collettivi e, in particolare, l’esperienza di El Gallo Rojo e ai rapporti tra jazz e suoni del Mediterraneo. In particolare, dove è stato possibile, la scelta dei musicisti da trattare è stata fatta ponendo l’attenzione su interpreti e progetti non ancora passati a Pescara e dintorni.


Fusioni ha rappresentato un’occasione informale per dialogare con il pubblico – appassionato e potenziale – del jazz. È inutile ricordare come nei mass media generalisti non ci sia molto spazio per il jazz, nonostante la stagione positiva attraversata dalla scena italiana, e per la cultura in generale. L’idea alla base di Fusioni è quella di porsi come passaggio intermedio, un incontro dove spiegare senza appesantire, dialogare senza banalizzare, con l’idea di mantenere viva la curiosità nata da un concerto o da un approccio casuale con il jazz e offrire nuovi stimoli e connessioni per avviare un proprio cammino più approfondito o personale.


La scelta degli argomenti, ma anche la conduzione in coppia – in questa edizione non era presente, contrariamente a quanto avvenuto nella prima, Stefano Zenni – e la proiezione dei filmati con le interviste tratti da Jazz Convention on TV ha sviluppato il dialogo in maniera aperta e, soprattutto, non fossilizzata sulla staticità della conferenza, ma dinamica e sempre mutevole. La direzione intrapresa con Fusioni vuole porre l’accento sull’informalità dell’incontro e l’intenzione è stata quella di utilizzare i mezzi messi a disposizione dal lavoro operato su Jazz Convention, una esposizione discorsiva, anche nella ripresa dei necessari riferimenti storici, e una quantità di materiale da mostrare al pubblico, dai dischi ai libri e alle locandine. Un percorso differenziato per dare ogni volta una scelta varia di elementi e di riferimenti: una sorta di incrocio possibile tra la trasmissione radiofonica e il sito web, dove si incontrano la discorsività e la possibilità di avere più finestre a disposizione per ampliare il discorso stesso.