Foto: Fabio Ciminiera
Colours Jazz Orchestra @ John & Jazz 2011.
Roseto degli Abruzzi, Villa Comunale. 21.6.2011.
Massimo Morganti: trombone, direzione
Andrea Angeloni, Pierluigi Bastioli, Luca Pernici, Carlo Piermartire: trombone
Giorgio Caselli, Samuele Garofoli, Luca Giardini, Giacomo Uncini: tromba
Gianluca Caporale, Antonangelo Giudice, Simone La Maida , Maurizio Moscatelli, Marco Postacchini: sassofoni
Luca Pecchia: chitarra
Emilio Marinelli: pianoforte
Gabriele Pesaresi: contrabbasso
Massimo Manzi: batteria
Luigi Ferrara: armonica
Vladimir Zubitsky: violoncello
Laura Avanzolini: voce
Roberto Livraghi: presentazione, composizioni
La chiusura del ciclo 2011 di John & Jazz si è svolta anche quest’anno fuori dal Bar Sportivo di Roseto. Se nella passata edizione il concerto di Irio De Paula si era tenuto nello spazio prospiciente il locale, quest’anno la Colours Jazz Orchestra si è esibita nel giardino della Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi, in uno spazio sicuramente meglio attrezzato.
La Colours Jazz Orchestra, diretta da Massimo Morganti, è una realtà consolidata del panorama orchestrale italiano ed il suo nucleo riunisce alcuni tra gli esponenti più in vista del jazz marchigiano. La formazione vanta due pubblicazioni discografiche e collaborazioni con solisti di ampia provenienza (da Kenny Wheeler a Franco Ambrosetti e Giovanni Falzone) e direttori come Bob Brookmeyer e Ayn Inserto.
Il concerto rosetano ha visto l’orchestra impegnata sulle canzoni scritte da Roberto Livraghi, repertorio confluito nel disco Quando m’innamoro. Un programma ricco di canzoni celeberrime: Livraghi è l’autore di brani portati al successo, tra gli altri, da Fred Buscaglione, Bruno Martino, Mina, Ornella Vanoni, Bruno Lauzi e Gino Paoli. Canzoni uscite anche dai confini italiani, grazie alla traduzione e all’esecuzione dei brani da parte di cantanti stranieri.
I brani – presentati sul palco dallo stesso Livraghi con dovizia di particolari sulle diverse incisioni, gli interpreti e la fortuna incontrata da ciascuna canzone – sono stati trattati con mano gentile e rispettosa delle melodie negli arrangiamenti predisposti dai diversi membri dell’orchestra. Il senso dell’operazione e la sua più efficace caratteristica è proprio nel mettere in evidenza la dimensione cantabile dell’originale, mantenendone la freschezza e l’impianto generale e il vago accento swingante presente in alcune delle canzoni. Un intervento discreto e delicato in totale sintonia con lo spirito dei brani e con la scrittura elegante e lieve di Livraghi.
Nel concerto tenuto a Roseto l’orchestra ha avuto come ospiti la voce di Laura Avanzolini, il violoncello di Vladimir Zubitsky e l’armonica di Luigi Ferrara. Tre voci aggiunte non a caso ai membri della formazione nei brani composti da Livraghi dopo il suo recente ritorno alla musica e, perciò, a differenza degli altri, privi di un riferimento nell’immaginario collettivo. Laura Avanzolini e Vladimir Zubitsky hanno interpretato La prima volta di tutto, unico brano cantato del programma, con il testo di Lina Sotis: al violoncello è stata affidata l’introduzione e il dialogo con i fiati dell’orchestra mentre la cantate ha dato corpo con una interpretazione delicata ma di sostanza al testo. Luigi Ferrara ha arricchito, invece, con il suono corposo della sua armonica, speziato dalla conoscenza profonda della tradizione del jazz, la forza dell’orchestra e dei suoi solisti: la Colours Jazz Orchestra s muove nel repertorio con la necessaria duttilità per mantenere riconoscibili i brani, conservarne lo spirito e l’andamento e aggiungere la propria personalità e gli accenti di una rilettura pienamente jazzistica.
L’idea di portare il jazz in un ambiente del tutto informale e dove il contatto del pubblico con i musicisti è del tutto privo di distanza è nata dalla collaborazione tra Franco Di Crescenzo, animatore della rassegna, e Massimiliano Coclite, che nelle prime edizioni ha guidato il trio residente. John & Jazz, con il concerto della Colours Jazz Orchestra, ha chiuso la sua terza stagione: una rassegna nata nei pochi metri quadrati del Bar Sportivo, ma capace di catalizzare l’attenzione del pubblico e di costruire un cartellone aperto a musicisti di provenienza – geografica e stilistica – diversa.